tag:blogger.com,1999:blog-41693737132743032072023-11-15T15:28:34.816+01:00Il Blog di CittadinoEUtente, lo sportello dell'ADUC di TorinoNotizie, riflessioni e commenti a tutela dell'utente consumatore
a cura dello sportello torinese dell'ADUCAssociazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.comBlogger63125tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-88212322369440491772012-03-02T16:33:00.000+01:002012-03-02T16:33:58.845+01:00La 'pubblicità ingannevole' nel dibattito sull'art.18 dello Statuto dei lavoratori.<span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">“</span><em style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Nella società dello spettacolo, la pubblicità rappresenta l’unica forma di verità</em><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">” (Guy Debord).</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">E' apparso doveroso ricorrere alla famosa frase del filosofo situazionista francese, per compiere una breve riflessione su ciò che sta caratterizzando il dibattito italiano sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sul quale non appare esagerato dire che si sta attuando un vero e proprio caso di 'pubblicità ingannevole' a danno dei cittadini/consumatori.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Chi scrive, giova precisarlo, ha una posizione, come si direbbe, ‘aperta’ sulla questione, sulla quale intende però comprenderne i reali termini di discussione.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Un primo elemento di confusione è che, nella maggior parte degli articoli giornalistici ma anche delle interviste a soggetti più ‘qualificati’, si parla dell'art. 18 come dell’articolo sulla ‘giusta causa’ del licenziamento...Verità del tutto parziale, in quanto l'articolo parla di ben 3 modalità di licenziamento, di cui solo una è definita ‘giusta causa’ (quella più grave, che giustifica il licenziamento ‘in tronco’ del lavoratore per gravi azioni commesse dallo stesso), mentre le altre due fanno riferimento a più blandi casi di 'giustificato motivo', di natura soggettiva (per azioni commesse dal lavoratore meno gravi del primo caso) o di natura oggettiva (per motivi economico/organizzativi dell'azienda). Quindi è sempre bene ricordare che, quando si parla indistintamente di ‘art.18’, si parla sempre di tre forme di licenziamento, molto diverse tra loro per gravità e presupposti.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Inoltre, l’art. 18 viene richiamato (da illustrissimi protagonisti del dibattito, come il Prof. Pietro Ichino e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia) anche nei casi di ‘licenziamento discriminatoro’, per il quale, tutti dichiarano, la tutela del 18 ‘sarà mantenuta’... Peccato però che i casi di licenziamento discriminatorio non hanno affatto bisogno della tutela dell’art.18, atteso che tali licenziamenti sono radicalmente nulli per contrarietà a norme di Legge, la cui illegittimità esula pertanto dai motivi e dai limiti dell’applicazione dell’articolo dello Statuto... Un altro clamoroso caso, quindi, di ‘pubblicità ingannevole’ nell’impostazione del dibattito.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Altra clamorosa ‘bufala’, è quella per la quale la modifica dell'art. 18 “la pretenderebbe l'Unione Europea”. Anche in questo caso, si gioca artatamente sui diversi significati dell’art.18, e non si specifica che l'U.E. ha effettivamente chiesto quali strumenti l’Italia intendesse adottare per modificare i “licenziamenti per motivi economici” (lettera del novembre 2011 del commissario europeo Ollin Rehn, punti 17-21 del questionario allegato)... Anche in questo caso, dunque, è evidente che la questione sia relativa solo ad uno (licenziamento per giustificato motivo oggettivo) dei tre casi previsti dall'articolo: ma allora perché si parla sempre della modifica, quando non dell’abolizione, dell’art. 18 tutto intero, senza fare alcuna distinzione tra le sue diverse accezioni?</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Altra forma di ‘pubblicità scorretta’ è poi quella relativa alla vulgata per la quale la tutela reale non esisterebbe in altri paesi dell'Europa... Che esista pacificamente in paesi come la Francia e la Germania, in Slovenia e nella Repubblica Ceca, appare argomento sufficiente per porre nel nulla questa vera e propria falsa notizia, peraltro di per sé non certo dirimente della questione (anche qualora fossimo gli unici ad avere tale tipo di tutela)?</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Se poi passassimo alle motivazioni, diciamo così, ‘economiche’ poste alla base di un possibile intervento di modifica, secondo le quali la presenza dell’art.18 osterebbe ad una maggiore offerta di lavoro da parte delle aziende, sono state anch’esse recisamente sconfessate dal sondaggio Unioncamere - Excelsior del dicembre 2011 (consultabile sul sito Unioncamere.it), in cui è emerso come a malapena l’1% dei centomila imprenditori intervistati ha addotto ‘altri motivi’ di mancata crescita, tra cui potrebbe figurare anche l’applicazione dell’art.18. Al contrario, è emerso invece che il tasso maggiore di assunzione avviene sempre nelle aziende con più di 15 dipendenti, e quindi lì dove viene applicata la tutela dell’articolo incriminato...</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Così come, ultimo argomento apparentemente ‘tecnico’ ma del tutto inverificabile, è quello secondo il quale, con la modifica dell’art.18, si avrebbe una tutela più ‘equilibrata’ tra i lavoratori c.d. ‘precari’ (‘poco tutelati’) e quelli con contratti ‘stabili’ (‘troppo tutelati’)… Anche in questo caso, oltre ad un’ennesima valutazione non analitica dei molteplici aspetti dell’articolo, si assiste ad un argomento non solo generico e non verificabile, ma ad un vero e proprio indimostrato ‘assunto’ ideologico, oltre che, lo si permetta, ad un odioso ed irresponsabile fomentare di uno scontro tra categorie di lavoratori di cui, in questi tempi, se ne farebbe volentieri a meno…</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">La ‘pubblicità ingannevole’ viene rigidamente sanzionata come pratica illegittima all’interno di un sistema di mercato, non tanto per motivi relativi alla ‘correttezza’ o meno di un comportamento contrattuale (principio generale valido in ogni rapporto commerciale), ma soprattutto in quanto è in grado di condizionare – su larga scala - la libera determinazione, e quindi la volontà, nelle scelte economiche dei soggetti destinatari di tale pratica.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Se, all’interno di un importante dibattito economico, culturale e politico, le informazioni che vengono diffuse alla cittadinanza hanno la caratteristica di essere imprecise, parziali, lì dove non palesemente false, lo stesso dibattito sarà falsato, fondandosi su elementi non corrispondenti al vero, come di conseguenza falsate saranno la libera determinazione ed il libero convincimento dei cittadini.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Se si ripulisse, dunque, l’importante dibattito sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori di tutte le ‘imprecisioni’, diciamo così, sopra descritte, si è certi che si compirebbe un importante passo in direzione della necessaria trasparenza per una corretta e consapevole formazione dell’opinione pubblica.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Ma forse il punto è proprio questo: siamo sicuri che tutti ne siano interessati?</span><br />
<div style="text-align: left;"><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: 12px; line-height: 16px;">Avv. Antonello Polito</span></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-15719023058134666342012-02-07T17:03:00.000+01:002012-02-07T17:03:37.696+01:00Dal Cresci-Italia... al Cresci-Microimpresa?<span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Nel recente dibattito giuridico inerente l'evoluzione delle tipologie contrattuali, si parla da un po' di tempo del c.d. 'terzo contratto'.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Tale e' infatti la definizione che, da parte di certa dottrina, viene data ad un contratto stipulato non tra imprenditori o tra privati (primo contratto: quello tra soggetti di eguale 'rango' giuridico), non tra un professionista ed un consumatore (secondo contratto: quello tra soggetti con finalità - e forza - commerciali differenti), bensì tra un grande imprenditore ed una impresa individuale, o familiare.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">La dottrina, in questi casi, ha elaborato motivi e strumenti di interpretazione e tutela che a volte alcune coraggiose ma isolate Corti di merito hanno sostenuto (ricordiamo che il Giudice di Pace di Sanremo, nel 1999, sollevo' persino la questione di costituzionalità dell' ex art. 1469-bis del Codice civile proprio in virtù di tale mancata estensione...).</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">E' dunque da salutare certamente con favore e curiosità l'inserimento previsto all'art.7 del Dl 1/2012 di due modifiche al Codice del consumo che estendono le tutele previste per il consumatore anche alle microimprese.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">L'art.18 del Codice del consumo, infatti, dedicato alle 'definizioni', viene arricchito, al primo comma, di una lettera 'd-bis' che definisce proprio le microimprese, identificate come quelle "</span><em style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">entità, società di persone o associazioni, che, a prescindere dalla forma giuridica esercitano un'attivita economica artigianale e altre attività a titolo individuale o familiare</em><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">".</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Di conseguenza, viene integrata anche la disciplina prevista dall'articolo successivo, il 19, nel quale viene esteso l'"ambito di applicazione" del titolo III della parte seconda del Codice anche "alle pratiche commerciali scorrette tra professionisti e microimprese".</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Viene tuttavia specificato che, per le microimprese, "la tutela in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa illecita, e' assicurata in via esclusiva dal decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145".</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Posto che dovremo verificare la persistenza di tale importante integrazione al Codice del consumo all'esito della conversione in legge del decreto, sperando nel suo mantenimento, tale integrazione sembra essere destinata a rivoluzionare non poco il contenzioso del consumo, soprattutto nei contratti di servizio.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Si immagini solamente, a mo' di esempio, alla sua applicazione nei rapporti commerciali di prestazione di servizi (telefonici, di energia) tra le grandi imprese ed i singoli professionisti.</span><br style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;" /><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 16px; text-align: left;">Una piccola, grande rivoluzione che dunque svilupperà e renderà ancora più utilizzabili gli strumenti di tutela posti originariamente ad esclusiva difesa dei soggetti più deboli, che oggi tendono ad estendere la loro influenza giuridica ed economica. </span>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-80143052103419392132012-01-10T18:04:00.000+01:002012-01-10T18:04:52.975+01:00Le indicazioni dell'Autorità Antitrust a tutela dei consumatori: richiesta di multe fino a 5 milioni di euro!<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif;">Riprendiamo qui di sèguito la parte delle '<a href="http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/3062-51-11supplemento.html">proposte di riforma</a>' inerenti la tutela diretta dei consumatori, presentate al governo dall'Autorità posta a tutela della Concorrenza il 5 gennaio scorso, di cui ne sottolineiamo gli aspetti più importanti:</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><b><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><br />
</span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><b><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">TUTELA DEL CONSUMATORE E PUBBLICITÀ INGANNEVOLE</span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">La disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette e di pubblicità ingannevole e comparativa illecita costituisce lo strumento attraverso il quale l’Autorità persegue i comportamenti delle imprese idonei a falsare le scelte economiche dei consumatori, ovvero la diffusione di comunicazioni commerciali e pubblicitarie ingannevoli, suscettibili di ledere imprese concorrenti. In entrambi i casi, inoltre, tali comportamenti possono alterare in misura apprezzabile il corretto svolgimento della concorrenza nei mercati interessati. <u>Soprattutto in relazione agli illeciti di maggiore gravità e durata, l’esperienza applicativa ha dimostrato l’inadeguatezza, in termini di deterrenza e proporzionalità delle sanzioni, dei limiti edittali massimi di 500.000,00 euro e 150.000,00 euro, attualmente previsti,</u> rispettivamente, in caso di violazione dei divieti normativi in materia di pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole e comparativa illecita e in caso di inottemperanza ai provvedimenti inibitori dell’Autorità. <u>Si propone pertanto di aumentare a 5.000.000,00 <i>(cinquemilioni) </i>euro il limite edittale massimo delle sanzioni previste dall’art. 27, commi 9 e 12, del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo) e dall’art. 8, commi 9 e 12, del D.Lgs. n. 145/2007 (pubblicità ingannevole)</u>. </span><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">Inoltre, al fine di rafforzare, nell’attuale fase di crisi economica, gli strumenti di tutela a favore delle imprese di minori dimensioni – che rappresentano il tratto caratterizzante della struttura produttiva del Paese – <u>le tutele previste dal Codice del Consumo a favore dei soli consumatori persone fisiche, potrebbero essere estese anche alle microimprese (imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro)</u>. Ciò implicherebbe, in particolare, la possibilità per l’Autorità di intervenire anche nei confronti di condotte ingannevoli e/o aggressive poste in essere a danno di microimprese, a prescindere dall’esistenza di un qualunque messaggio pubblicitario. La pubblicità ingannevole suscettibile di incidere pregiudizievolmente solo sugli interessi delle microimprese continuerebbe ad essere disciplinata in via esclusiva dalle disposizioni del D.Lgs. n. 145/2007. Si propone pertanto di: (a) <u>modificare l’art. 18 del Codice del Consumo (D.Lgs. n. 206/2005) introducendo la nozione di microimprese</u>, come definita nella Raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003; (b) <u>modificare l’art. 19 del Codice del Consumo, al fine di estendere l’ambito di applicazione delle relative disposizioni alle pratiche commerciali scorrette tra professionisti e microimprese, nonché di precisare che la tutela delle microimprese nei confronti della pubblicità ingannevole e della pubblicità comparativa illecita è assicurata in via esclusiva dal D.Lgs. n. 145/2007</u>. <i> <o:p></o:p></i></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-9199446078938666242011-12-16T15:54:00.001+01:002011-12-16T15:54:55.433+01:00Garante Privacy: provvedimento sulle telefonate 'mute'<div align="justify" style="font-family: Verdana;"><i>Si riprende dal sito del Garante:</i></div><div align="justify" style="font-family: Verdana;"><strong><br />
</strong></div><div align="justify" style="font-family: Verdana;"><strong>Telemarketing: stop alle telefonate "mute"</strong><em>Il Garante prescrive ad una società energetica misure per garantire tranquillità a utenti e consumatori</em></div><div align="justify" style="font-family: Verdana;">Il Garante privacy è intervenuto sul fenomeno delle cosiddette telefonate "mute", quelle cioè nelle quali il destinatario, dopo aver sollevato il ricevitore, non viene messo in comunicazione con alcun interlocutore. Sempre più numerosi sono gli abbonati che si rivolgono all'Autorità per segnalare la ricezione ripetuta e continua, a volte anche per 10-15 volte di seguito, di chiamate di questo tipo.</div><div align="justify" style="font-family: Verdana;">Il fenomeno nasce dall'uso da parte delle aziende di sistemi di instradamento automatico di telefonate allo scopo di porre in comunicazione gli utenti contattati con i call center addetti alla promozione di servizi e prodotti di quelle stesse aziende. Questi sistemi se impropriamente utilizzati possono provocare gravi disagi agli utenti.</div><div align="justify" style="font-family: Verdana;">E' quanto accaduto con una grande società energetica, la prima ad essere finita nel mirino del Garante. Il sistema utilizzato dalla società prevedeva infatti la possibilità dell'inoltro ai vari call center di un numero di telefonate anche molto superiore alla capacità ricettiva degli operatori. Questo al fine di evitare tempi morti o inattività. La conseguenza però era che non per tutte le chiamate c'era sempre un operatore disponibile. Chi rispondeva si trovava dunque di fronte ad una telefonata "muta" che, soprattutto se ripetuta, provocava negli utenti fastidi e anche allarme.</div><div align="justify" style="font-family: Verdana;">L'Autorità ha dunque <a href="http://www.garanteprivacy.it/garante/document?ID=1857473" target="_blank">prescritto</a> una serie di misure per evitare di insidiare la tranquillità di utenti e consumatori. E' necessario infatti che chi si dota di sistemi di chiamata di questo tipo utilizzi accorgimenti che impediscano la reiterazione di una telefonata "muta" ed escludano la possibilità di chiamare quel numero per almeno trenta giorni.</div><div align="justify" style="font-family: Verdana;">In caso di mancato adempimento alle misure prescritte la società rischia una sanzione amministrativa che va da 30mila a 120mila euro.</div><div align="justify" style="font-family: Verdana;"><em>Roma, 15 dicembre 2011</em></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-12524588139773979232011-12-09T19:46:00.000+01:002011-12-09T19:46:09.523+01:00I primi limiti al telemarketing (per i clienti professionisti)<div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dall'ultima Newsletter del Garante della Privacy (provvedimento al link):</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
</span></div><div class="MsoNormal"><i><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'offerta commerciale deve essere strettamente funzionale all'attività del professionista.</span></i></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I dati contenuti negli albi professionali possono essere utilizzati per telefonate commerciali solo se il promotore ha già acquisito il consenso dell'interessato o se presenta offerte strettamente attinenti l'attività svolta dal professionista contattato. Lo ha chiarito il Garante privacy che ha <span style="color: #76923c; mso-themecolor: accent3; mso-themeshade: 191;"><a href="http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1851415" target="_blank"><span style="color: #76923c; mso-themecolor: accent3; mso-themeshade: 191;">vietato</span></a></span> ad una società di utilizzare per scopi promozionali i dati personali di un avvocato che si era lamentato di essere stato disturbato in ufficio con offerte di servizi di telefonia destinati all'utenza business.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nella richiesta all'Autorità, il legale evidenziava come la presenza dei propri dati personali e, quindi, anche del proprio recapito telefonico nell'albo degli avvocati, anche in versione on line, costituisse un obbligo di legge e non implicasse alcun consenso a ricevere telefonate promozionali. Al fine di non essere più disturbato, l'utente si era anche iscritto nel Registro pubblico delle opposizioni. La società si è difesa affermando che i servizi di telefonia business proposti riguardavano l'attività professionale dell'utente e che si trattava pertanto di un utilizzo perfettamente lecito di dati estratti da un albo professionale on line consultabile da chiunque. Dai riscontri del Garante è invece emerso che l'offerta commerciale era generica e non "direttamente funzionale" alla professione forense, non giustificando così l'eventuale esonero dall'acquisizione del consenso.<o:p></o:p></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-67827736624926131252011-12-07T19:04:00.002+01:002011-12-07T19:06:34.387+01:00AGCOM: Chiarimenti interpretativi sulla normativa in materia di diffusione sui servizi di media audiovisivi di film vietati ai minori di anni 18 e 14.<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Importanti chiarimenti dell'AGCOM sull'interpretazione della normativa sui servizi televisivi a tutela dei minori: continuiamo ad interessarci a questa delicata materia...</span><br />
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Riprendiamo dalla documentazione ufficiale AGCOM.</span><br />
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><br />
</span></i><br />
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">La Commissione per i servizi e i prodotti dell’Autorità, nella riunione del 17 novembre 2011, ha apportato alcune integrazioni ai chiarimenti interpretativi sulla normativa in materia di diffusione sui servizi di media audiovisivi di film vietati ai minori di anni 18 e 14, di cui al precedente comunicato del 22 luglio 2011. Di seguito si pubblica il testo aggiornato.</span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><b><br />
</b></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">L’Autorità ha riscontrato l’esistenza di divergenze interpretative delle disposizioni </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 16px;">legislative contenute nel Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici che disciplinano la diffusione dei film cinematografici classificati come vietati ai minori.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Al fine della uniformità di comportamento da parte dei soggetti interessati, si ritiene, pertanto, opportuno esplicitare i criteri cui l’Autorità informa la propria attività di vigilanza in materia. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">1.</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;">L DETTATO NORMATIVO IN MATERIA DI DIFFUSIONE DEI FILM VIETATI</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">La normativa nazionale in materia è recata dall’articolo 34 (disposizioni a tutela dei minori), del Decreto legislativo 31 luglio 2005, n.177 (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) nel testo novellato dal Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Il primo comma contiene una norma di portata generale che vieta “le trasmissioni che, anche in relazione all’orario di diffusione, possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata ovvero pornografiche, salve le norme speciali per le trasmissioni ad accesso condizionato, che comunque impongano l’adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo che vincoli all’introduzione del sistema di protezione tutti i contenuti di cui al comma 3” . </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">In altri termini, <u><b>per i programmi ad accesso condizionato il divieto di cui al comma 1 non è assoluto: la legge nazionale demanda ad una specifica regolamentazione la determinazione di condizioni, vincoli, modalità e misure tecniche che ne rendano impossibile la visione da parte dei minori. L’elemento indefettibile posto dalla legge a garanzia dei minori, che assicura l’efficacia della loro tutela, è l’esistenza di un blocco da rimuovere per la visione dei programmi gravemente lesivi per i minori stessi:</b></u> “<i>il contenuto classificabile a visione non libera di cui al comma 1 è offerto con una funzione di controllo parentale che inibisce l'accesso al contenuto stesso, salva la possibilità per l'utente di disattivare la predetta funzione tramite la digitazione di uno specifico codice segreto che ne renda possibile la visione</i>” (comma 5, lett. a). </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Il <u><b>secondo comma</b></u> dell’articolo in esame vieta i programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, a meno che la scelta dell'ora di trasmissione o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minorenni che si trovano nell'area di diffusione assistano normalmente a tali programmi. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Il successivo <b><u>comma 3</u></b> del citato articolo 34, disciplina la messa in onda, anche a pagamento, dei <u><b>film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico o che siano stati vietati ai minori di anni diciotto nonché dei programmi classificabili a visione per soli adulti</b></u>, ivi compresi quelli forniti a richiesta, e <u><b>ne vieta su tutte le piattaforme la trasmissione dalle ore 7,00 alle ore 23,00, "<i>fermi il rispetto delle norme a tutela dei minori e di quanto previsto dai commi 1 e 2 del presente articolo...</i>", in questo modo consentendo, nella fascia oraria dalle ore 23,00 alle 7,00, le trasmissioni ad accesso condizionato con <i>parental control</i></b></u>. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Il <b><u>comma 4</u></b> regola, poi, i<b> <u>film vietati ai minori di anni quattordici</u></b> e stabilisce che <u><b>non possono essere trasmessi, sia in chiaro che a pagamento, ne' forniti a richiesta, sia integralmente che parzialmente, prima delle ore 22,30 e dopo le ore 7,00</b></u>. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Infine, il <b><u>comma 5</u></b>, stabilisce che l’Autorità , al fine di garantire un adeguato livello di tutela della dignità umana e dello sviluppo fisico, psichico e morale dei minori, adotta, con procedure di co-regolamentazione, la disciplina di dettaglio contenente l’indicazione degli accorgimenti tecnicamente realizzabili idonei ad escludere che i minori vedano o ascoltino normalmente i programmi di cui al comma 3, fra cui l’uso di numeri di identificazione personale e sistemi di filtraggio o di identificazione, nel rispetto dei seguenti criteri generali: </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">a)</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">il contenuto classificabile a visione non libera sulla base del sistema di classificazione di cui al comma 1 è offerto con una funzione di controllo parentale che inibisce l’accesso al contenuto stesso, salva la possibilità per l’utente di disattivare la predetta funzione tramite la digitazione di uno specifico codice segreto che ne renda possibile la visione; </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">b)</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">il codice segreto dovrà essere comunicato con modalità riservate, corredato dalle avvertenze in merito alla responsabilità nell’ utilizzo e nella custodia del medesimo, al contraente maggiorenne che stipula il contratto relativo alla fornitura del contenuto o del servizio”. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">2.</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> INTERPRETAZIONE DELLA NORMA</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">:</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> I FILM VIETATI AI MINORI DI </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">14</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> ANNI</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Poiché il <u><b>comma 1</b></u> espressamente ricomprende nella categoria delle trasmissioni che possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata ovvero pornografiche, “<i>i contenuti di cui al comma 3</i>”, ne consegue che <u><b>il comma 3 costituisce una specificazione (relativa ai film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico o che siano stati vietati ai minori di anni diciotto nonché dei programmi classificabili a visione per soli adulti) del comma 1, norma generale per i programmi che possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata ovvero pornografiche</b></u>. Nel comma 3 si individua espressamente (per i film in esso indicati) la <u><b>fascia oraria di divieto assoluto, compresa tra le ore 7 e le ore 23</b></u>; fuori dei confini di tale fascia il riferimento al comma 1 serve a condizionare la loro trasmissibilità all’adozione di misure tecnologiche tali da escludere l’accesso dei minori a tali programmi. All’interno della fascia oraria indicata dal comma 3 la programmazione appare, quindi, vietata senza nessuna deroga. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Allo stesso modo il <u><b>comma 4</b></u> contiene una espressa disciplina limitativa per i film vietati ai minori di quattordici anni, indicando l’orario in cui vige il divieto di trasmissione; tali film sembrano rientrare, per criterio residuale data la loro attenuata lesività, nella categoria generale dei programmi nocivi (e non gravemente nocivi) di cui al comma 2 e, pertanto, la disposizione del comma 4 deve essere interpretata coordinandola proprio con il comma 2, che ammette la trasmissione di tali programmi anche fuori dalla fascia oraria consentita quando qualsiasi accorgimento tecnico <b>– </b>unitamente all’avvertenza acustica o alla identificazione all’inizio e nel corso della trasmissione mediante la presenza di un simbolo visivo, che deve accompagnare la messa in onda sia in chiaro che a pagamento dei contenuti potenzialmente pregiudizievoli per lo sviluppo fisico, psichico e morale dei minori<b> – </b>escluda che i minorenni che si trovano nell'area di diffusione assistano normalmente a tali programmi (“<i>…a meno che la scelta dell'ora di trasmissione o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minorenni che si trovano nell'area di diffusione assistano normalmente a tali programmi</i>;”); fuori dalla detta fascia oraria appare quindi applicabile, per i film vietati ai minori di quattordici anni, la norma del comma 2 nella sua interezza (ivi compreso il periodo finale: “qualora tali programmi siano trasmessi, sia in chiaro che a pagamento, essi devono essere preceduti da un’avvertenza acustica ovvero devono essere identificati, all’inizio e nel corso della trasmissione, mediante la presenza di un simbolo visivo”). </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Alla luce di quanto previsto dalla normativa, si può ritenere che <u><b>l’offerta di contenuti che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni di cui al comma 2 (fra i quali vanno ricompresi i film vietati ai minori di quattordici anni) sia condizionata dall'ora di trasmissione o in alternativa dall’adozione delle misure che assicurano effettivamente l’esclusione dell’accesso a bambini e adolescenti</b></u>. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Pertanto, <u><b>non appare violativa del detto combinato disposto normativo la trasmissione di un film vietato ai minori di quattordici anni nella fascia oraria di televisione per tutti, con utilizzo del <i>parental control</i>, purché questo assicuri in maniera effettiva e concreta l’esclusione dell’accesso a bambini e adolescenti</b></u>. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Diversamente, laddove non siano adottate le misure che assicurino l’esclusione dell’accesso a bambini e adolescenti unitamente all’avvertenza o alla segnaletica, il film vietato ai minori di anni 14 non potrà essere trasmesso fuori della fascia oraria consentita dal comma 4. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">3.</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;">NTERPRETAZIONE DELLA NORMA</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">:</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> I FILM VIETATI AI MINORI DI </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">18</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;"> ANNI</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Relativamente alla trasmissione di <u><b>film vietati ai minori di anni 18</b></u>, l'<u><b>adozione del <i>parental control</i> in accesso condizionato</b></u>, realizzato secondo quanto previsto dal regolamento di cui all’articolo 34, comma 11, del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici approvato con delibera n 220/11/CSP del 22 luglio 2011, abbinata alla messa in onda dopo le ore 23.00 e fino alle ore 7.00, soddisfa i requisiti richiesti dalla legge per la trasmissione di film vietati ai minori di anni 18. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-61851419577752624212011-12-05T18:43:00.003+01:002011-12-05T18:58:55.010+01:00CORTE DI GIUSTIZIA UE: Italia condannata per limitata responsabilità civile dei magistrati<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Dal 2006 (con la famosa sentenza c.d. 'Traghetti del Mediterraneo', C-173/03), una seconda sentenza (C-379/10) ha condannato, il 24 novembre u.s., l'Italia per la mancanza di responsabilità civile dei magistrati nei casi previsti dalle fonti europee.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Di sèguito ampli stralci dalle motivazioni:</span><br />
<br />
[...]<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif;">"<i>30 Si deve rilevare che, al di fuori dei casi di dolo e di diniego di giustizia, <u><b>l’art. 2, primo comma, della legge n. 117/88 prevede che la responsabilità dello Stato italiano per violazione del diritto dell’Unione può sorgere qualora un magistrato abbia commesso «colpa grave» nell’esercizio delle proprie funzioni. Quest’ultima nozione viene definita nel successivo terzo comma, lett. a), quale «grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile». Ai sensi del secondo comma del medesimo articolo, nell’esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l’interpretazione di norme di diritto né la valutazione dei fatti e delle prove</b></u>.</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;"><i> </i></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">31 In primo luogo, <u><b>la Commissione contesta alla Repubblica italiana di escludere, per effetto dell’art. 2, secondo comma, della legge n. 117/88, qualsiasi responsabilità dello Stato italiano per i danni causati a singoli derivanti da una violazione del diritto dell’Unione compiuta da uno dei suoi organi giurisdizionali di ultimo grado, qualora tale violazione derivi dall’interpretazione di norme di diritto o dalla valutazione dei fatti e delle prove effettuate dal giudice medesimo. </b></u></span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">32 A sostegno di tale primo addebito la Commissione deduce che tale disposizione costituisce una clausola di esclusione di responsabilità autonoma rispetto al disposto di cui ai commi 1 e 3 del medesimo art. 2. </span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">33 Si deve ricordare, a tal riguardo, che, <u><b>ai sensi dell’art. 2 della legge n. 117/88, la normativa italiana in materia di responsabilità dello Stato per i danni causati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie prevede, da un lato, ai commi 1 e 3 di tale articolo, che tale responsabilità è limitata ai casi di dolo, di colpa grave e di diniego di giustizia, e, dall’altro, al secondo comma dell’articolo stesso, che «non può dar luogo a responsabilità l’attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove». Dall’esplicito tenore di quest’ultima disposizione emerge che tale responsabilità resta esclusa, in via generale, nell’ambito dell’interpretazione del diritto e della valutazione dei fatti e delle prove</b></u>.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;"> </span></i></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif;">[…]<i><o:p></o:p></i></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif; line-height: 115%;"><i>35 Orbene, ai punti 33-40 di tale sentenza </i>[Traghetti del Mediterraneo, n.d.r.]<i>, <u><b>la Corte ha affermato che il diritto dell’Unione osta ad una legislazione nazionale che escluda, in maniera generale, la responsabilità dello Stato membro per i danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto dell’Unione imputabile a un organo giurisdizionale di ultimo grado per il motivo che la violazione controversa risulti da un’interpretazione delle norme giuridiche o da una valutazione dei fatti e delle prove operate da tale organo giurisdizionale</b></u>.<o:p></o:p></i></span></div><div class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;">[...]</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><i>37 </i>[…] <i>lo Stato membro convenuto non ha fornito alcun elemento in grado di dimostrare validamente che, nell’ipotesi di violazione del diritto dell’Unione da parte di uno dei propri organi giurisdizionali di ultimo grado, tale disposizione venga interpretata dalla giurisprudenza quale semplice limite posto alla sua responsabilità qualora la violazione risulti dall’interpretazione delle norme di diritto o dalla valutazione dei fatti e delle prove effettuate dall’organo giurisdizionale medesimo, e non quale esclusione di responsabilità. </i></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-style: italic;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;">[...]</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">39 In secondo luogo, <u><b>la Commissione contesta alla Repubblica italiana di limitare, in casi diversi dall’interpretazione delle norme di diritto o dalla valutazione di fatti e di prove, la possibilità di invocare la responsabilità dello Stato italiano per violazione del diritto dell’Unione da parte di uno dei propri organi giurisdizionali di ultimo grado ai soli casi di dolo o di colpa grave, il che non sarebbe conforme ai principi elaborati dalla giurisprudenza della Corte.</b></u> A tal riguardo, la Commissione sostiene, segnatamente, che la nozione di «colpa grave», di cui all’art. 2, commi 1 e 3, della legge n. 117/88, viene interpretata dalla suprema Corte di cassazione in termini coincidenti con il «carattere manifestamente aberrante dell’interpretazione» effettuata dal magistrato e non con la nozione di «violazione manifesta del diritto vigente» postulata dalla Corte ai fini del sorgere della responsabilità dello Stato per violazione del diritto dell’Unione. </span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;">[...]</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">41 La responsabilità dello Stato per i danni causati dalla decisione di un organo giurisdizionale nazionale di ultimo grado che violi una norma di diritto dell’Unione è disciplinata dalle stesse condizioni, ove la Corte ha tuttavia precisato che, in tale contesto, la seconda di dette condizioni dev’essere intesa nel senso che consenta di invocare la responsabilità dello Stato solamente nel caso eccezionale in cui il giudice abbia violato in maniera manifesta il diritto vigente (v. sentenza Köbler, cit., punti 52 e 53). </span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif;"><i>42 Dalla giurisprudenza della Corte emerge, inoltre, che, se è pur vero che non si può escludere che il diritto nazionale precisi i criteri relativi alla natura o al grado di una violazione, criteri da soddisfare affinché possa sorgere la responsabilità dello Stato in un’ipotesi di tal genere, tali criteri non possono, in nessun caso, imporre requisiti più rigorosi di quelli derivanti dalla condizione di una manifesta violazione del diritto vigente (v. sentenza Traghetti del Mediterraneo, cit., punto 44 nonché la giurisprudenza ivi citata).</i></span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif; line-height: 115%;"><i>43 Nella specie, si deve rilevare che <u><b>la Commissione ha fornito, alla luce, segnatamente, degli argomenti riassunti supra al punto 16, elementi sufficienti da cui emerge che la condizione della «colpa grave», di cui all’art. 2, commi 1 e 3, della legge n. 117/88, che deve sussistere affinché possa sorgere la responsabilità dello Stato italiano, viene interpretata dalla suprema Corte di cassazione in termini tali che finisce per imporre requisiti più rigorosi di quelli derivanti dalla condizione di «violazione manifesta del diritto vigente»</b></u>.<o:p></o:p></i></span></div><div class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;">[...]</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">48 Conseguentemente si deve dichiarare che: </span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">– <u><b>escludendo qualsiasi responsabilità dello Stato italiano per i danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto dell’Unione imputabile a un organo giurisdizionale nazionale di ultimo grado, qualora tale violazione risulti da interpretazione di norme di diritto o di valutazione di fatti e prove effettuate dall’organo giurisdizionale medesimo, e </b></u></span><span style="font-family: Garamond, serif;"><u><b><o:p></o:p></b></u></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><u><b><span style="font-family: Garamond, serif;">– limitando tale responsabilità ai soli casi di dolo o colpa grave, </span></b></u></i><i><span style="font-family: Garamond, serif;"><u><b>ai sensi dell’art. 2, commi 1 e 2, della legge n. 117/88,</b></u></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;"><u><b>la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del principio generale di responsabilità degli Stati membri per violazione del diritto dell’Unione da parte di uno dei propri organi giurisdizionali di ultimo grado.</b></u></span></i></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p>[...] </o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><span style="font-family: Garamond, serif;">Per questi motivi, la Corte (Terza Sezione) dichiara e statuisce: </span><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><b><span style="font-family: Garamond, serif;">1) La Repubblica italiana, </span></b><span style="font-family: Garamond, serif;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal"><b><span style="font-family: Garamond, serif; line-height: 115%;"><i>– escludendo qualsiasi responsabilità dello Stato italiano per i danni arrecati ai singoli a seguito di una violazione del diritto dell’Unione imputabile a un organo giurisdizionale nazionale di ultimo grado, qualora tale violazione risulti da interpretazione di norme di diritto o da valutazione di fatti e prove effettuate dall’organo giurisdizionale medesimo, e <o:p></o:p></i></span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><i><b><span style="font-family: Garamond, serif;">– limitando tale responsabilità ai soli casi di dolo o colpa grave, </span></b></i><i><b><span style="font-family: Garamond, serif;">ai sensi dell’art. 2, commi 1 e 2, della legge 13 aprile 1988, n. 117, sul risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e sulla responsabilità civile dei magistrati, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del principio generale di responsabilità degli Stati membri per violazione del diritto dell’Unione da parte di uno dei propri organi giurisdizionali di ultimo grado. </span></b></i></div><div class="MsoNormal"><span style="font-family: Garamond, serif; line-height: 115%;"><b><i>2) La Repubblica italiana è condannata alle spese.</i></b>"</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-48652192426561706042011-12-02T17:34:00.002+01:002011-12-02T17:36:49.615+01:00TRASPORTO AEREO: ANTITRUST AVVIA ISTRUTTORIA SU ALITALIA-CAI PER VERIFICA SU CONCORRENZA<div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><strong><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Sotto analisi, oltre alla rotta Fiumicino-Linate, altre 17 rotte. La compagnia dovrà rimuovere le situazioni di monopolio e di dominanza eventualmente accertate. Il procedimento dovrà chiudersi entro il 29 febbraio 2012.</span></strong></div><div style="line-height: 16px; text-align: center;"><strong><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span></strong></div><div style="line-height: 16px; text-align: center;"><strong><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">IL COMUNICATO STAMPA</span></strong></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white;"><br />
</span></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 30 novembre 2011, presieduta dal nuovo presidente Giovanni Pitruzzella, ha avviato - in applicazione della legge 27 ottobre 2008 n. 166 - l’istruttoria per individuare gli effetti sul mercato della fusione Alitalia-Cai. La legge in questione aveva infatti inibito il potere di autorizzazione dell’Autorità sull’operazione del 2008 e rinviato di tre anni l’analisi per accertare la persistenza delle posizioni di dominanza eventualmente determinatesi e per indicare la data entro la quale rimuoverle.</span></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’Autorità ha contestualmente inviato alla società una richiesta di informazioni per avere il quadro della situazione di mercato<strong>. </strong>L’istruttoria dovrà infatti accertare la costituzione o il rafforzamento di posizioni dominanti a seguito dell’operazione nonché la loro persistenza a oggi sulla rotta Roma Fiumicino-Milano Linate e su altri 17 collegamenti, segnatamente: Roma Fiumicino-Bari, Roma Fiumicino-Brindisi, Roma Fiumicino-Catania, Roma Fiumicino-Genova, Roma Fiumicino-Lamezia Terme, Roma Fiumicino-Palermo, Roma Fiumicino-Pisa, Roma Fiumicino-Torino, Roma Fiumicino-Trieste, Roma Fiumicino-Venezia, Milano Linate-Bari, Milano Linate-Brindisi, Milano Linate-Lamezia Terme, Milano Linate-Napoli, Milano Linate-Palermo, Napoli-Torino e Napoli-Venezia.</span></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Nel corso dell’istruttoria, che dovrà chiudersi entro il 29 febbraio 2012, verranno valutati anche gli eventuali effetti pro concorrenziali creati dall’ingresso di nuovi operatori del trasporto aereo passeggeri e lo sviluppo di forme di concorrenza intermodale sulle rotte interessate.</span></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’Autorità ha inoltre fissato al 28 ottobre 2012, in corrispondenza dell’inizio della stagione IATA “Winter 2012/2013”, il termine entro il quale la società dovrà rimuovere le situazioni di monopolio o di dominanza eventualmente accertate. La stagione IATA “Winter 2012/2013” rappresenta la prima data utile essendo stato già determinato il piano operativo dei voli per la stagione “Summer 2012”.</span></div><div style="line-height: 16px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><strong></strong></span></div><div style="line-height: 16px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Roma, 2 dicembre 2011</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-54135026479871591542011-11-11T19:36:00.002+01:002011-11-11T19:39:43.299+01:00Il Regolamento per la tutela dei minori contro i film in Tv vietati ai minori di 18 anni<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Della serie 'documenti utili e poco conosciuti', sperando di fare cosa gradita oggi postiamo l'</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 16px;">Allegato 'A' alla delibera n. 220/11/CSP del 22 luglio 2011 dell'AGCOM, intitolato al </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 16px;">«</span><i style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 16px;">Regolamento in materia di accorgimenti tecnici da adottare per l’esclusione della </i><i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">visione e dell’ascolto da parte dei minori di film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico, di film vietati ai minori di diciotto anni e di programmi classificabili a visione per soli adulti ai sensi dell’articolo 34, commi 5 e 11 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici</span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">».</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><br />
</span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">1.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I programmi di cui al comma 3, dell’articolo 34 del Testo Unico sono offerti dai fornitori di servizi media audiovisivi, con una funzione di controllo parentale che ne inibisca specificamente e selettivamente l’accesso, sin dalla prima utilizzazione e ad ogni successiva fruizione, salvo quanto previsto al successivo comma 3 circa la facoltà di eliminazione del controllo. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">2.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">L’abilitazione alla visione dei predetti programmi può avvenire esclusivamente mediante l’inserimento, da parte dell’utente maggiorenne, di un codice segreto personale specifico e individualizzato. Non costituisce codice segreto idoneo a tale scopo il PIN standard preimpostato dal produttore del dispositivo di accesso, reperibile normalmente nel manuale di istruzioni dello stesso o fornito mediante altre modalità. Tale PIN standard preimpostato può essere utilizzato per l’accesso a una procedura di personalizzazione del codice segreto necessaria per consentire la visione dei contenuti classificati per soli adulti. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">3.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I fornitori di servizi media audiovisivi che intendano offrire i programmi di cui al comma 3, dell’articolo 34, rendono note all’utente maggiorenne, con apposite modalità riservate, la funzione di controllo parentale e le procedure per l’impostazione del codice segreto abilitante alla visione. E’ fatta salva, in ogni caso, la libertà dell’utente maggiorenne di eliminare stabilmente la funzione di controllo parentale mediante procedure che saranno allo stesso comunicate secondo le predette modalità. L’utente potrà altresì, riattivare in ogni momento l’inibizione alla visione di tali programmi nonché ripersonalizzare il PIN. Alla luce di quanto disposto dalle Delibere 606/10/CONS e 607/10/CONS in merito alla relativa entrata in vigore, la presente disposizione non si applica, allo stato, ai programmi trasmessi su piattaforma WebTV o tramite Connected TV, salvo quanto previsto al successivo punto 7. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">4.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I fornitori di servizi media audiovisivi che offrono i contenuti di cui al comma 3 dell’articolo 34 del Testo Unico forniscono, inoltre, la descrizione della funzione di controllo parentale e delle procedure di funzionamento sui propri siti web nonché adeguata ed esauriente informazione sulla classificazione dei contenuti di cui al decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 1° aprile 2011attuativo dell’articolo 34, comma 1 del Testo Unico dei servizi media audiovisivi. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">5.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">I fornitori di servizi di media audiovisivi che trasmettono i contenuti di cui al comma 3 dell’articolo 34 del Testo Unico adeguano le procedure tecniche per garantire l’osservanza delle previsioni di cui al precedente punto 2. entro sei mesi dalla entrata in vigore del presente regolamento, e a tal fine operano con la massima diligenza, nei loro rapporti con i produttori e/o importatori di apparecchi di ricezione e anche attraverso i loro enti associativi, al fine di assicurare nel predetto termine la conformità alle disposizioni del presente regolamento dei dispositivi di ricezione messi in commercio. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">6.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Con riferimento ai dispositivi di ricezione già installati e quelli attualmente in commercio, i fornitori di servizi di media audiovisivi che trasmettono i contenuti di cui al comma 3 dell’articolo 34 del Testo Unico porranno in essere adeguate attività informative anche personalizzate e individuali atte a sensibilizzare l'utenza adulta circa la necessità di impostare un PIN personalizzato per inibire la fruizione dei predetti contenuti da parte dei minori. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">7.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;">Per la definizione delle specifiche regole applicabili alla diffusione dei contenuti di cui al comma 3 dell’articolo 34 del Testo Unico nell’ambito di servizi di media audiovisivi a richiesta e lineari su altri mezzi trasmissivi di cui alle delibere nn. 606/10/CONS e 607/10/CONS sarà istituito con apposita separata delibera uno specifico Tavolo Tecnico, aperto alla partecipazione di rappresentanti degli ISP e dei fornitori di media audiovisivi a richiesta e lineari su altri mezzi trasmissivi. </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div></div><div class="MsoNormal"><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-53058154205638098722011-11-04T19:46:00.001+01:002011-11-07T11:50:56.614+01:00Fastweb perde il pelo, ma non il vizio...? Nonostante le condanne, sono ancora difficili le restituzioni degli apparecchi...!<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">NELLA SUA ADUNANZA del 12 ottobre 2011;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">SENTITO il Relatore Professore Carla Rabitti Bedogni; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">VISTO la Parte II, Titolo III del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante “<i>Codice del</i> </span><i><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">Consumo</span></i><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">” e successive modificazioni (di seguito, Codice del Consumo);</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">VISTO, in particolare, l’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, in base al quale, in caso di inottemperanza ai provvedimenti di urgenza e a quelli inibitori o di rimozione degli effetti, l’Autorità applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 150.000 euro e nei casi di reiterata inottemperanza l’Autorità può disporre la sospensione dell’attività d’impresa per un periodo non superiore a trenta giorni; </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">VISTA la legge 24 novembre 1981, n. 689; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">VISTA la propria delibera n. 18575 del 3 luglio 2008, con la quale l’Autorità ha accertato la scorrettezza della pratica commerciale posta in essere da Fastweb riguardante le informazioni, le procedure e gli ostacoli frapposti alla restituzione, al termine del rapporto contrattuale, degli apparati in comodato d’uso con l’applicazione delle relative penali a carico dei consumatori; </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">VISTI gli atti del procedimento; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">CONSIDERATO quanto segue: </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">1. Con provvedimento n. 18575 del 3 luglio 2008, adottato a conclusione del procedimento “PS572 - <i>Fastweb – Apparati in casa d’utente</i>”, l’Autorità ha deliberato che il professionista Fastweb S.p.A. ha posto in essere una pratica commerciale scorretta, nel periodo compreso tra novembre 2007 e aprile 2008, ai sensi degli articoli 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo, consistente: a) nelle omissioni informative, rilevate nelle <i>brochure </i>“<i>Parla</i>” e “<i>Naviga</i>”, in ordine al contributo di disattivazione della linea, nonché alla descrizione delle modalità di riconsegna dell’hag, fornito dal professionista in comodato d’uso, da restituire in caso di recesso; b) nell’assenza di indicazioni circa la penale da versare, in caso di mancata consegna del suddetto dispositivo; c) negli ostacoli e impedimenti posti in essere nelle modalità di restituzione degli apparati, che i consumatori non sono riusciti a consegnare, incorrendo automaticamente nell’addebito in fattura di penali, soprattutto a causa del rifiuto al ritiro opposto dai punti vendita di Fastweb. Alla luce di quanto precede, l’Autorità ha vietato l’ulteriore diffusione della pratica commerciale, comminando una sanzione di 145.000 euro.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">2. La legittimità e la sanzione del predetto provvedimento sono state confermate dalle sentenze del TAR Lazio e del Consiglio di Stato.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">3. Con richieste di intervento, pervenute nel periodo aprile 2009 - agosto 2011, alcuni consumatori</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"> e un’associazione di consumatori hanno segnalato la reiterazione della pratica commerciale, oggetto del provvedimento sopra citato, lamentando di aver incontrato notevoli ostacoli e impedimenti nel restituire al professionista gli apparati forniti in comodato d’uso. In particolare, gli ostacoli si sono concretizzati nella mancata comunicazione, da parte del professionista, delle modalità di restituzione dei suddetti dispositivi, nella diffusione di informazioni contraddittorie e fuorvianti per riconsegnare gli apparati, nel rifiuto opposto da alcuni rivenditori autorizzati che non hanno accettato di prenderli in consegna.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">4. I segnalanti, inoltre, hanno lamentato che i suddetti impedimenti hanno comportato non solo l’addebito in fattura di penali per la mancata consegna degli apparati</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">, ma anche la minaccia di esecuzione coattiva per non aver pagato le somme da loro richieste.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">5. In risposta a diverse richieste di informazioni trasmesse al professionista, dopo la conclusione del procedimento PS572 Fastweb ha prodotto cinque note pervenute, rispettivamente, in data 12 maggio 2010, 16 giugno 2010, 20 luglio 2010, 21 ottobre 2010 e 23 dicembre 2010. Il professionista, nelle suddette comunicazioni, ha dichiarato di aver emesso a favore dei segnalanti note di credito relative agli importi indebitamente fatturati, riconoscendo, pertanto, la responsabilità dei ritardi verificatisi nella disattivazione degli <i>account </i>che hanno automaticamente comportato l’addebito in fattura delle penali per mancata consegna degli apparati e, in taluni casi, anche il ricorso a società di recupero crediti.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">6. La pratica commerciale, pertanto, presenta il medesimo profilo di scorrettezza già accertato nel provvedimento n. 18575 del 3 luglio 2008. In particolare, la pratica continua a presentare omissioni informative in ordine alla mancata descrizione delle modalità di riconsegna degli apparati forniti dal professionista in comodato d’uso, nonché profili di aggressività riguardanti ostacoli e impedimenti nelle modalità di restituzione degli apparati che hanno comportato nei confronti dei consumatori l’addebito in fattura di importi per la ritardata consegna dei medesimi, nonché la minaccia di esecuzione coattiva, in alcuni casi, per il mancato pagamento delle somme contestate.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">7. Il citato provvedimento n. 18575, del 3 luglio 2008, risulta comunicato al professionista in data 14 luglio 2008. Dalle evidenze documentali, risulta che la pratica ritenuta scorretta è stata nuovamente diffusa successivamente al 14 luglio 2008, quantomeno fino ad agosto 2011.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">8. Ricorrono, in conclusione, i presupposti per l’avvio del procedimento previsto dall’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, volto all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 150.000 euro. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">RITENUTO, pertanto, che i fatti accertati possono integrare una fattispecie di inottemperanza alla delibera dell’Autorità n. n. 18575, del 3 luglio 2008, ai sensi dell’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo; </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">DELIBERA </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">a) di contestare alla società Fastweb S.p.A. la violazione di cui all’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, per non aver ottemperato alla delibera dell’Autorità n. 18575, del 3 luglio 2008; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">b) l’avvio del procedimento per eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria di cui all’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">c) che il responsabile del procedimento è la Dott.ssa Sonja Forenza; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">d) che può essere presa visione degli atti del procedimento presso la Direzione Comunicazioni della Direzione Generale per la Tutela del Consumatore, dell’Autorità, dai legali rappresentanti della società Fastweb S.p.A., ovvero da persone da essa delegate; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">e) che entro il termine di trenta giorni dalla notificazione del presente provvedimento, gli interessati possono far pervenire all’Autorità scritti difensivi e documenti, nonché chiedere di essere sentiti; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">f) che il procedimento deve concludersi entro centoventi giorni dalla data di notificazione del presente provvedimento. Il presente provvedimento verrà notificato ai soggetti interessati e pubblicato nel Bollettino dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Avverso il presente provvedimento può essere presentato ricorso al TAR del Lazio, ai sensi dell'articolo 135, comma 1, lettera <i>b</i>), del Codice del processo amministrativo (Decreto Legislativo 2 luglio 2010, n. 104), entro sessanta giorni dalla data di notificazione del provvedimento stesso ovvero può essere proposto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ai sensi dell’articolo 8, comma 2, del Decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971, n. 1199, entro il termine di centoventi giorni dalla data di notificazione del provvedimento stesso. </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">IL SEGRETARIO GENERALE <i>Luigi Fiorentino </i></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;">IL PRESIDENTE <i>Antonio Catricalà </i></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-5941415587877602882011-10-28T19:48:00.001+02:002011-10-28T19:48:58.919+02:00Italia-Programmi.net: aggiornamenti dall'Autorità Antitrust - il comunicato del 26 ottobre u.s.<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’Antitrust sta ricevendo quotidianamente centinaia di denunce inviate da consumatori che ricevono solleciti di pagamento da parte della società Estesa Limited per un presunto abbonamento annuale a software scaricabili dal sito www.italia-programmi.net.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">In proposito, l’Autorità intende fare presente che, con delibera adottata il 25 agosto scorso, in via cautelare, ha intimato alla società Estesa Limited di cessare l’invio dei solleciti di pagamento in quanto, in base alle prime valutazioni, essi appaiono riconducibili ad una condotta commerciale che viola il Codice del Consumo.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;"><strong>Si ricorda, pertanto, che tali solleciti sono inviati da Estesa Limited in palese violazione della <a href="http://www.agcm.it/component/domino/open/C12560D000291394/2962A353E4F8A108C12578FD00301E41.html" style="color: #2b7b92; text-decoration: none;">delibera adottata il 25 agosto 2011</a>.</strong></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">L’Antitrust, che sta concludendo l’istruttoria avviata per pratica commerciale scorretta nei confronti di Estesa Limited, ha anche deciso di inviare alla Polizia Postale, alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza una segnalazione sul fenomeno in atto.</span>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-42106323809321366162011-10-26T16:10:00.002+02:002011-10-28T19:49:49.062+02:00Ma che succede sul sito 'ITALIA-PROGRAMMI.NET'?<div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><span style="color: black;">A s</span><span style="color: black;">è</span><span style="color: black;">guito delle numerose segnalazioni pervenute dagli utenti</span><span style="color: black;">, l'associazione a difesa dei consumatori ADUC (aduc.it) la scorsa estate ha presentato una </span><span style="color: black;">denuncia all</span><span style="color: black;">’</span><span style="color: black;">Antitrust </span><span style="color: black;">contro la societa’ Estesa Limited, che gestisce il sito di italiaprogrammi.net. A seguito di tale iniziativa l'Antitrust, </span><a href="http://www.aduc.it/comunicato/italia+programmi+net+antitrust+intima+sospensione_19442.php"><span style="color: black; text-decoration: none;">il 29 agosto scorso, ha intimato alla società di cessare la sua condotta commerciale scorretta</span></a><span style="color: black;">, ordinandole di:<br />
- non pubblicizzare i servizi offerti come di “fruizione gratuita di software scaricabili dal sito www.italiaprogrammi.net”;<br />
- evidenziare sul sito stesso che, al contrario, si tratta di un servizio a pagamento;<br />
- abbandonare ogni attività di richiesta di pagamento nei confronti di quei consumatori che hanno reso noto alla società di non aver mai inteso sottoscrivere alcun contratto, attesa la natura occulta e scorretta dell'onerosità del servizio.<br />
Italiaprogrammi.net ha quindi modificato la pagina di registrazione del sito, evidenziando nella pagina di registrazione al servizio <strong>“Crea il tuo account a soli 8 euro al mese”, </strong>come è stato accertato dall'Autorità a tutela del Mercato a metà settembre u.s.<br />
L'ADUC ha<strong> pero' scoperto</strong>, grazie ad ulteriori segnalazioni degli utenti, <strong>che la modifica e' solo parziale,</strong> operando solo in orario lavorativo, mentre negli altri orari (quando è meno probabile fare controlli?) 'torna' la vecchia dicitura, che non specifica il costo del servizio ('<i><u>Crea il tuo account</u></i>').<br />
L'ADUC dunque, in data 15 ottobre, ha nuovamente </span><span style="color: black;">segnalato l'accaduto all'Antitrust,</span><span style="color: black;"> tanto che l'Autorita' </span><span style="color: black;">e' intervenuta nuovamente il 13 Ottobre scorso,</span><span style="color: #990000;"> </span><span style="color: black;">intimando a questa societa' di ottemperare a quanto da essa gia' comunicato a fine agosto.<o:p></o:p></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br />
Per cui, FARE ATTENZIONE:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-left: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: widow-orphan; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><span style="color: black;">-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="color: black;">il sito <u>Italiaprogrammi.net NON E' un sito di download GRATUITO</u>, ma prevede il pagamento di un abbonamento mensile di 8 euro;<o:p></o:p></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-left: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; mso-pagination: widow-orphan; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: 0cm;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><span style="color: black;">-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="color: black;">se vi siete <u>già iscritti al sito</u>, senza sapere che fosse a pagamento, inviate una lettera raccomandata a/r alla<o:p></o:p></span></span></div><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br />
</span></div><div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: center;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">Estesa Limited<br />
Global Gateway 2478 Rue De La Perle<br />
Providence, Mahe (Republic of Seychelles)<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;"><br />
</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">comunicando la nullità, l'annullamento o comunque la rescissione dal contratto data la nullità di clausole essenziali, e comunque sottoscritto in virtù di una condotta commerciale scorretta;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">- se avete ricevuto o riceverete solleciti di pagamento da parte di detta Società <i><u>con lettera raccomandata a/r</u></i>, rispondete nella stessa maniera di cui al punto precedente. Qualora le comunicazioni invece arrivassero con <i>lettera semplice</i>, potranno essere altrettanto semplicemente ignorate;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">- la stessa procedura dei punti precedenti dovrete seguire, qualora vi foste iscritti anche presso altri siti (tipo mydownload-club.info);<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">- in ogni caso, vi invitiamo ad informare di tali ulteriori richieste l'autorità Antitrust via posta, via internet (<u>agcm.it</u>) o anche a mezzo <u>numero verde 800 166 661</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Courier New', Courier, monospace;">- potrete anche, in alternativa, informare l'Associazione Cittadinoeutente.it per le denunce del caso.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Batang, serif; font-size: 11pt;"><o:p></o:p></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; mso-pagination: widow-orphan; text-align: justify;"><br />
</div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-62808628458047986112011-10-24T16:48:00.001+02:002011-10-24T17:56:08.706+02:00Corecom Emilia Romagna c/ Vodafone: i limiti della Carta dei Servizi<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif;"><br />
</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Nello scorso settembre, il CORECOM Emilia-Romagna ha emesso un’interessante delibera con la quale ha condannato la VODAFONE ad un cospicuo risarcimento per violazione degli obblighi di tempistica attivazione di alcuni servizi.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La delibera appare interessante soprattutto per come affronta le tematiche inerenti le previsioni di risarcimento inserite nelle Carte dei Servizi. Si riprendono di sèguito i punti salienti della decisione:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">“<i>In forza di contratto del 23 ottobre 2008, avente ad oggetto l’offerta “Vodafone InOffice Internet e Telefono Flat”, l’operatore avrebbe dovuto attivare il servizio Vodafone Station entro 20 giorni solari dal contratto, secondo quanto previsto dalla parte seconda, punto 3, della Carta del cliente di Vodafone per i servizi di telefonia fissa e di accesso a internet da postazione fissa. L’inadempimento, contestato dal gestore, non risulta provato. Al riguardo, <u>si ritiene di dovere applicare e di doversi uniformare al principio sancito dalla Cassazione, secondo cui “In tema di prova dell’inadempimento di una obbligazione, il creditore deve soltanto provare la fonte, negoziale o legale, del suo diritto ed il relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera allegazione della circostanza del’’inadempimento della controparte, mentre il debitore convenuto è gravato dell'onere della prova del fatto estintivo della altrui pretesa, costituito dall'avvenuto esatto adempimento</u>” (Cass. civ. Sez. Unite Sent., 06-04-2006, n. 7996). </i></span><i><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></i></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Pertanto, termine ultimo entro il quale Vodafone avrebbe dovuto attivare il servizio Vodafone Station si assume il 12 novembre 2008. A partire dal 13 novembre 2008 e sino alla disdetta, inviata dall’istante in data 16 febbraio 2009 e ricevuta dall’operatore in data 20 febbraio 2009, si ritiene di riconoscere in favore dell’istante la corresponsione di un indennizzo per ogni giorno di ritardo. A fronte di sessantasette giorni di ritardo, calcolati a far data dal 13 novembre 2008 e sino al 20 febbraio 2009, con esclusione dei sabati e delle domeniche, applicando l’indicatore 3 (“Tempo massimo per l’attivazione del servizio”) della parte terza della Carta del cliente di Vodafone per i servizi di telefonia fissa e di accesso a internet da postazione fissa, che prevede 10,00 euro per ogni giorno di ritardo per ogni ordine ricevuto (fino ad un massimo di 50,00 euro), si giunge al riconoscimento di un indennizzo pari ad euro 670,00. Tale cifra si ritiene proporzionata rispetto al disagio subito dall’utente, tenuto anche conto del grado di attivazione di quest’ultimo in ordine alla tempestiva segnalazione del disservizio al servizio clienti. <u>Sulla quantificazione dell’indennizzo occorre infatti rinviare alla costante prassi di questo Ufficio (cfr. ex multis dell. 3/2010 e 12/2010) e della stessa AGCOM, che si intende qui richiamata, in materia di applicazione dei limiti massimi di liquidazione previsti dalle Carte di servizi. L’applicazione di tali limiti massimi infatti non è possibile laddove la somma così liquidata non sia proporzionale al pregiudizio arrecato (art. 11, c. 2, del. AGCOM 179/03/CSP), attesa la necessità che l’indennizzo sia adeguato, ossia corrispondente rispetto al pregiudizio subito</u>. Ad ogni modo, dall’inadempimento di Vodafone relativo alla mancata attivazione del servizio Vodafone Station discende l’illegittimità degli addebiti di costi per “Attivazioni/Canoni Connettività” relativi al suddetto servizio non attivato. Si ritiene, pertanto, di accogliere la richiesta di rimborso in favore dell’istante di euro 496,48, così come dallo stesso formulata. <u>A ciò deve aggiungersi il riconoscimento in favore dell’istante di un indennizzo per il ritardo nel riaccredito di somme addebitate e pagate ingiustamente, secondo quanto previsto dalla parte terza, punto I, indicatore 2, della Carta del cliente di Vodafone per i servizi di telefonia fissa e di accesso a internet da postazione fissa, che prevede la corresponsione di euro 5,00 per ogni giorno di ritardo</u>, fino ad un massimo di 50 euro. In ordine all’arco temporale individuato dall’istante e <u>ricompreso tra la data di presentazione dell’istanza di conciliazione (4 maggio 2009) e la data della proposta transattiva avente ad oggetto il riaccredito in questione (30 novembre 2009), per un totale di centocinquanta giorni, esclusi sabati e domeniche, applicando euro 5,00 per ogni giorno, si individua un indennizzo pari ad euro 750,00</u>. Tale cifra si ritiene proporzionale al disagio subito dall’istante, secondo le argomentazioni che precedono in materia di quantificazione degli indennizzi.</span></i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">[…]<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">c) La domanda deve essere accolta. Secondo quanto affermato dall’istante, <u>in data 24 marzo 2009 Vodafone sospendeva la linea telefonica mobile per presunta morosità a causa del pagamento parziale della fattura n. 8007103161 del 30 gennaio 2009 dalla quale </u></span></i><u><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">[il Sig. XXX]<i> aveva decurtato i costi di attivazione e canoni relativi al servizio Vodafone Station pari ad euro 123,74</i></span></u><i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">. <u>A seguito della sospensione ed al fine di vedersi riattivata l’utenza mobile, l’istante, alla fine di aprile 2009, provvedeva a pagare la somma non dovuta decurtata dalla fattura di cui sopra. Solo successivamente al suddetto pagamento la linea mobile veniva riattivata</u>. Alla luce di quanto affermato dall’istante e non specificamente comprovato in senso contrario da controparte, si ritiene di riconoscere in favore </span></i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">[del Sig. XXX]<i> la corresponsione di un indennizzo per illegittima sospensione in quanto non preceduta da adeguato e congruo preavviso e a nulla rilevando la disdetta ricevuta da Vodafone in data 20 febbraio 2010, risultando riferita limitatamente al servizio Vodafone Station mai attivato dal gestore.<u> Dal 24 marzo 2010 al 30 aprile 2010, a fronte di ventisette giorni di indebita sospensione, in assenza della specifica previsione di un indennizzo per illegittima sospensione ad opera della Carta del cliente di Vodafone per i servizi mobili, si ritiene di procedere in via analogica applicando quanto previsto dalla stessa carta per l’ipotesi di mancata attivazione del servizio</u>. Pertanto, secondo quanto previsto per i servizi mobili dalla parte terza, punto II, indicatore 9, si applica un indennizzo di euro 10,33 per ogni giorno di ritardo, fino ad un massimo di euro 51,65. Considerato che vengono in rilievo ventisette giorni di illegittima sospensione, esclusi sabati e domeniche, si riconosce a favore dell’istante un indennizzo pari ad euro 278,91. Tale cifra si ritiene proporzionale al disagio subito dall’istante e si rinvia a quanto detto sopra in ordine al superamento dei limiti massimi in materia di quantificazione degli indennizzi</i>.”<o:p></o:p></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-78075949495681546772011-10-17T12:11:00.002+02:002011-10-17T12:14:22.115+02:00IVA SU TARSU/TIA n.2: Il Diavolo nella Procedura...<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: center; text-indent: 33.95pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><i>Note su alcuni aspetti procedurali dopo il D. L. n.78/2010</i></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 33.95pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px;">L’intervento legislativo di cui all’<u>art. 14, comma 33, del D.L. n.78/2010</u>, convertito con L. n.122/2010, che ha inteso introdurre una lettura si direbbe ‘imperativa’, più che autentica, della natura della ‘<i>tariffa integrata ambientale</i>’ (T.I.A.) prevista dall’<u>art.238 del D.Lgs. n. 152/2006 </u>(<i>cfr</i>. articolo precedente), non ha mancato di incidere anche sugli aspetti più strettamente processuali della materia, specificando come “<b><i><u>le controversie relative alla predetta tariffa, sorte successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, rientrano nella giurisdizione dell’autorità giudiziaria ordinaria</u></i></b>”.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 33.95pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Da un certo punto di vista, la previsione sarebbe diretta e naturale conseguenza della interpretazione data dal legislatore: atteso che, a seconda della natura della ‘tariffa’, per pacifica interpretazione giurisprudenziale, la competenza giurisdizionale sarebbe del Giudice Ordinario (se avesse natura di ‘corrispettivo per un servizio’) ovvero del Giudice Tributario (se avesse natura di ‘tributo’), la previsione della competenza del Giudice Ordinario appare del tutto consequenziale, se non addirittura pleonastica.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 33.95pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Tuttavia, nella sua formulazione, tale specificazione pone già un primo ordine di problemi, ovvero: a quale ‘tariffa’ si riferisce la norma? Si direbbe, stando alla lettera dell’articolo, solo a quella prevista dal D. Lgs. 152/2006, ma se così effettivamente fosse, ciò potrebbe indurre a ritenere che:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 88.8pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">a)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">per formulare le proprie richieste, si dovrebbe essere certi della tipologia di ‘tariffa’ applicata dall’Ente gestore del servizio, atteso che non tutti i gestori hanno nel tempo adottato la ‘tariffa’ di cui alla normativa del 2006, ma alcuni hanno continuato a riferirsi alla normativa precedente;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 88.8pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">b)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">la promozione di un procedimento per l’ottenimento di un rimborso dell’IVA, dovrebbe incardinarsi innanzi al Giudice Ordinario per le richieste sulle voci successive al 2006 (in base alla tariffa di cui al D. Lgs. del 2006: <i>cfr.</i> lettera ‘a’), mentre sarebbe da incardinare innanzi al Giudice Tributario per quelle precedenti a tale data…<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma così semplice, a ben vedere, la questione non è, atteso che, come sottolineato nella <u>Circolare n.3 del 2010 del Ministero delle Finanze</u> (<i>cfr</i>. articolo precedente), “<i>si applicano anche alla TIA1 le nuove disposizioni recate dall’art. 14, comma 33, del D. L. n.78/2010</i>”… Pertanto, sulla scorta di tale (ulteriore) ‘interpretazione’, secondo il parere del Ministero delle Finanze le domande di rimborso per i contributi IVA successive al maggio 2010 dovrebbero presentarsi innanzi al Giudice Ordinario anche per i contributi precedenti il 2007. Con il conseguente rischio che:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 88.8pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l1 level1 lfo2; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">in caso si adisca solo il Giudice Ordinario (per l’IVA pagata prima e dopo il 2007), ci si espone al rischio di una eccezione d’incompetenza del Giudice adito per la parte di IVA precedente il 2007;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 88.8pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l1 level1 lfo2; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">in caso si interpellino entrambi i Giudici (Tributario per la parte precedente il 2007, Ordinario per la parte successiva), ci si potrà vedere sollevare l’eccezione di incompetenza del primo in favore del secondo, anche per il periodo precedente il 2007…<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 70.8pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma le incertezze non sono certo finite qui.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Dato che, per i suesposti motivi, non è dato sapere con sufficiente certezza quale sia la Giurisdizione competente, permangono dubbi anche sulle <u>modalità di proposizione del rimborso</u>, soprattutto per la presenza di delicati aspetti inerenti la <u>decadenza</u> dal diritto stesso.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La scelta del Giudice e, di conseguenza, del <u>rito da applicare</u>, infatti, al di là di aspetti meramente formali, trova soprattutto in un particolare una differenza sostanziale: quello del <u>termine per la presentazione del ricorso</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Mentre infatti, innanzi al Giudice Ordinario, l’azione è soggetta ai normali termini di prescrizione (che, nel caso di specie, sarebbero di 10 anni, attesa la illegittimità – da cui l’ingiustificato arricchimento – dell’operato dell’Ente gestore), <u>nel caso si adisse il Giudice Tributario l’azione sarebbe soggetta anche al termine di decadenza di cui all’art. 21 del D. Lgs. n.546/1992</u>, corrispondenti a <u>60 giorni a partire dal dì della risposta di rigetto dell’Ente</u>, ovvero dopo la formazione del silenzio-rigetto (che si formalizza dopo 90 gg. di silenzio dell’Ente dal dì della richiesta-messa in mora). La norma è infatti inerente il procedimento tributario e non dovrebbe, a rigor di logica e di Legge, interessare il processo innanzi al Giudice Ordinario.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Affrontati i precedenti aspetti preliminari, si può quindi entrare in altri aspetti più inerenti il merito del ricorso.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Un primo punto importante è quello relativo alla <u>legittimazione passiva</u>, ovvero il soggetto da convocare in giudizio.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La questione è opportuno che sia affrontata nel dettaglio, atteso che può aversi dubbio se richiedere il rimborso dell’IVA al soggetto che materialmente la richiede al contribuente (l’Ente gestore del servizio dei rifiuti), ovvero l’Organo del Ministero nel cui interesse viene versata (l’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate: <i>cfr.</i> da ultima, sent. <u>Corte Cass. n.17601/2010</u>). Sul punto, sarebbe sufficiente convenire in giudizio anche solo l’Ufficio locale, atteso che è quest’ultimo, secondo il Giudice delle Leggi, “<i>l’unico ufficio legittimato a stare in giudizio</i>”. Nel caso di specie, tuttavia, per i motivi che si evidenzieranno meglio dopo, data la facoltà, da parte dell’Ente gestore, di disapplicare le indicazioni applicative derivanti dalle circolari ministeriali, <u>c’è a mio avviso la possibilità/opportunità di convenire in giudizio anche l’Ente gestore</u>, proprio per questo suo onere/facoltà non correttamente esercitato, oltre che come più diretto ‘contraddittore’ del contribuente. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma questione di merito è anche quella collegata alla <u>competenza giurisdizionale del Giudice adito</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">A riguardo, potrebbe infatti porsi la seguente alternativa: adire comunque il Giudice Ordinario, giusta la perentoria indicazione normativa del recente D.L. del 2010, per rivendicare in tale sede la natura ‘tributaria’ della Tariffa, ovvero adire – esponendosi certamente ad un’eccezione preliminare di incompetenza, <i>cfr.</i> punto precedente – il Giudice Tributario, proprio in virtù della natura pubblicistica attribuita alla stessa?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Contrariamente a quello che potrebbe sembrare più semplice e, comunque, in ogni caso apparentemente più ‘prudente’, quantomeno per non essere soggetti all’immediata eccezione di incompetenza funzionale del Giudice da parte dei soggetti convenuti, <u>i comuni principii processualistici dovrebbero imporre di adire il Giudice che si ritiene competente in virtù delle istanze promosse innanzi a Questi, e pertanto, nel nostro caso, quello Tributario</u>. Ragionando <i>a contrario</i>, infatti, sarebbe ben illogico ribadire ed eccepire la natura ‘tributaria’ della Tariffa innanzi ad un Giudice (quello Ordinario), che si rivelerebbe manifestamente incompetente se accogliesse il presupposto stesso dell’istanza di rimborso… Sarebbe un paradosso logico e giuridico che, ritengo, porterebbe inevitabilmente al rigetto della domanda per manifesta incompetenza funzionale del Giudice adito.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Proseguendo quindi nell’analisi dei contenuti proponibili nell’istanza di rimborso, al di là di quelli strettamente di merito già affrontati nell’articolo precedente, da un punto di vista procedurale possono sollevarsi le seguenti, ulteriori istanze.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La prima, più semplice, è quella relativa all’<u>efficacia giuridica da dare alla Circolare del Ministero delle Finanze sopra ricordata</u>, che avrebbe, secondo l’Ente emanante, un’ulteriore ‘efficacia interpretativa’ del già citato disposto normativo (art. 14, co.33, D.L. n. 78/2010), quantomeno nei confronti dei contribuenti che si vedono negare le proprie richieste di rimborso proprio in base al richiamo a tale documento.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Contrariamente a quanto gli stessi Enti spesso rappresentino all’esterno nei rapporti con i loro contraddittori, dobbiamo ricordare che, per interpretazione giurisprudenziale pacifica (tra le ultime, <i>cfr.</i> <u>V° sez. Cons. Stato, sentenza n. 7521 del 15 ottobre 2010</u>), “</span><span class="apple-style-span"><i><u><span style="border-bottom-color: windowtext; border-bottom-style: none; border-bottom-width: 1pt; border-left-color: windowtext; border-left-style: none; border-left-width: 1pt; border-right-color: windowtext; border-right-style: none; border-right-width: 1pt; border-top-color: windowtext; border-top-style: none; border-top-width: 1pt; color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; padding-bottom: 0cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;">le circolari amministrative</span></u></i></span><span class="apple-style-span"><i><span style="border-bottom-color: windowtext; border-bottom-style: none; border-bottom-width: 1pt; border-left-color: windowtext; border-left-style: none; border-left-width: 1pt; border-right-color: windowtext; border-right-style: none; border-right-width: 1pt; border-top-color: windowtext; border-top-style: none; border-top-width: 1pt; color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; padding-bottom: 0cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;"> sono atti diretti agli organi e uffici periferici ovvero sottordinati, che <u>non hanno di per sé valore normativo o provvedimentale</u></span></i></span><span class="apple-style-span"><span style="border-bottom-color: windowtext; border-bottom-style: none; border-bottom-width: 1pt; border-left-color: windowtext; border-left-style: none; border-left-width: 1pt; border-right-color: windowtext; border-right-style: none; border-right-width: 1pt; border-top-color: windowtext; border-top-style: none; border-top-width: 1pt; color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; padding-bottom: 0cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;">” e che, pertanto, non solo “<i><u>tali atti di indirizzo interpretativo non sono vincolanti per i soggetti estranei all'amministrazione</u>”, </i>ma, aspetto per noi ulteriormente interessante, <i>“per gli organi destinatari esse sono <u>vincolanti solo se legittime, potendo essere disapplicate qualora siano contra legem</u> (C. Stato, sez. IV, 27-11-2000, n. 6299)” </i>(sent. Cons. Stato, <i>cit.</i>)<i>.</i><o:p></o:p></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">In virtù di tale specificazione, pertanto, non solo l’interpretazione che abbiamo definito ‘ulteriormente estensiva’ da parte del Ministero delle Finanze non potrà avere alcun peso nella valutazioni giuridiche di qualsiasi Giudice adito, sia esso Ordinario, ovvero Tributario; ma in più, ci dà l’ulteriore possibilità di poter chiedere, anzi <i><u>pretendere</u></i><u> la disapplicazione di tale interpretazione di fatto gerarchicamente proposta agli Enti gestori, lì dove si possa dimostrare la conflittualità di tale orientamento interpretativo con una norma di Legge</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma qual è, nel nostro caso, questa norma?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La risposta a questa domanda aprirà un ultimo, e più complesso argomento di natura procedimentale.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Se appare abbastanza semplice, sul punto, ribadire una sorta di ‘principio generale’ in base al quale, come correttamente specificato anche dalla Corte di Cassazione, la natura di una ‘tariffa’ non può essere determinata dal suo <i>nomen iuris</i>, bensì dalle caratteristiche della stessa (<i>cfr.</i> articolo precedente), tuttavia individuare una ‘norma imperativa di Legge’ da opporre sia alla norma di ‘interpretazione imperativa’ del 2010 che alla Circolare ministeriale, può apparire, nel caso di specie, problematico.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma tale difficoltà, la si ritrova solo su norme di livello nazionale.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Se al contrario, invece, rivolgessimo la nostra attenzione verso fonti normative di natura comunitaria, il risultato sarebbe ben differente, atteso che troveremmo la <b><u>Direttiva n. 77/388/CEE del 17 maggio 1977 (recepita in Italia dai D.P.R. nn. 24 e 94 del 1979)</u></b>, interamente dedicata alla disciplina dell’imposta sul valore aggiunto (I.V.A.), e successive integrazioni e modificazioni, che, all’<u>art.4, n.5</u>, specifica come <u>tutti gli “<i>organismi di diritto pubblico non sono considerati soggetti passivi per le attività o operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità, anche quando, in relazione a tali attività od operazioni percepiscono diritti, canoni, contributi o retribuzioni</i></u>”, salvo che (comma II), in ciò facendo, non si creino “<i>distorsioni di concorrenza di una certa importanza</i>”, palesemente insussistenti nel nostro caso atteso che “<i>il servizio di smaltimento dei rifiuti è svolto dal Comune in regime di privativa</i>” (<i>cfr.</i> <b><u>Corte Costituzionale, sent. n. 238/2009</u></b>, ampiamente citata nell’articolo precedente).<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La presenza di tale normativa, di livello gerarchico addirittura superiore rispetto a quelle nazionali e, <i>ça va sans dire</i>, pienamente applicabile a livello interno, ha così <u>diverse conseguenze sulle possibili richieste da formulare all’Organo Giudicante (O. G.)</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La prima, è rappresentata dalla possibilità di <u>chiedere direttamente all’O.G. la disapplicazione della norma interna (art.14, co.33, D.L. 78/2010) per manifesto contrasto con quella comunitaria</u>, secondo i più comuni ed accettati principi derivanti dalla gerarchia delle fonti.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La seconda, in subordine, è quella di chiedere la sospensione della causa e contemporaneamente la <u>rimessione della questione alla Corte Costituzionale per sollevare la questione di legittimità costituzionale della citata norma del D.L. 2010 in quanto contrastante con un vincolo derivante dall’ordinamento comunitario, giusta applicazione dell’art. 117, co.I, della Carta costituzionale</u> (<i>cfr.</i> <b><u>Corte Cost., sent. n. 406/2005</u></b>).<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La terza, infine, sempre in caso di rigetto della prima istanza, è quella di <u>richiedere all’O.G. la rimessione (N.B.: comunque <i>facoltativa</i>) della causa innanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per farla esprimere in ordine ad un giudizio di compatibilità tra la normativa comunitaria e quella interna</u>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">E’ opportuno ricordare, sul punto, che tale obiettivo potrà essere ottenuto attraverso lo strumento del c.d. ‘rinvio pregiudiziale’ previsto dall’art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (<i>ex</i> art. 234 Trattato istitutivo della C.E.), e del suo uso (indiretto) per la pronuncia di compatibilità tra una norma comunitaria ed il contenuto di una norma di diritto interno.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Avv. Antonio M. Polito</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-82019059270722166902011-10-14T17:27:00.000+02:002011-10-14T17:27:05.649+02:00Corte di Giustizia UE: Va risarcito anche il danno morale al passeggero di volo cancellato<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #010101;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Danno morale e materiale al passeggero che resta a terra per il volo cancellato, un indennizzo che spetta anche a chi, pur imbarcato, è costretto a tornare alla base per un problema dell’aereo.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">L’ampliamento della tutela -</b> La Corte di giustizia con la sentenza C-83/10 amplia la tutela nei confronti dei viaggiatori e fornisce un’interpretazione estensiva del concetto di “cancellazione”, considerando annullati anche i voli che partono ma non raggiungono la destinazione originaria. Ma non solo, per i giudici di Lussemburgo, il diritto al risarcimento del danno morale e materiale scatta anche nel caso il viaggiatore sia “dirottato” su un altro volo in un tempo diverso rispetto a quello inizialmente programmato.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">Le norme comuni -</b> Per quantificare quando e quanto il pregiudizio vada risarcito il punto di riferimento è il Regolamento 261 del 2004 che stabilisce le misure comuni a tutti gli Stati europei che le compagnie sono tenute a rispettare in caso di negato imbarco, cancellazione o ritardo prolungato. Nello stesso Regolamento è affermato anche il diritto del passeggero “in panne” a un risarcimento supplementare detraibile da quello fissato dalla norma. A quantificare la somma è la Convenzione di Montreal che limita a circa 4.750 euro la responsabilità del vettore.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">Il ruolo del giudice nazionale -</b> Una possibilità di risarcimento che Corte di giustizia allarga anche al danno morale, lasciando al giudice nazionale il compito di valutare, nel rispetto della Convenzione, la possibilità di concedere il risarcimento supplementare in caso di inadempimento del vettore.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ulteriore onere per le compagnie che vengono meno al loro dovere di sostenere il passeggero del passeggero lasciato a terra o trasferito su un altro volo - dall’obbligo di rimborso del biglietto alle spese di alloggio e di trasferimento – è quello di risarcire per la “svista” i passeggeri. Indennizzo previsto dal Regolamento e che non può dunque essere considerato “supplementare”.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">(Da Guida al Diritto, Sole 24 Ore). </span>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-88474821600391613332011-10-12T13:07:00.003+02:002011-10-12T13:14:17.028+02:00Autorità Antitrust: estensione di indagine nei confronti di Trenitalia per concorrenza sleale nei confronti di Arenaways - il provvedimento.<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: center; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO NELLA SUA ADUNANZA del 22 settembre 2011;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">SENTITO il relatore Professore Carla Bedogni Rabitti; VISTA la legge 10 ottobre 1990, n. 287; VISTI gli articoli 4.3, 102 e 106 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (di seguito, </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">TFUE);<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTO il Regolamento n. 1/2003 del Consiglio del 16 dicembre 2002; VISTO l’articolo 54 della legge 6 febbraio 1996, n. 52;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTA la Comunicazione della Commissione sulla cooperazione nell’ambito della rete delle autorità garanti della concorrenza, del 27 aprile 2004;<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTO il D.P.R. 30 aprile 1998, n. 217;</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTO il proprio provvedimento del 15 dicembre 2010, con il quale è stata avviata un’istruttoria, </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 16px;">ai sensi dell’articolo 14 della legge n. 287/90, per presunta violazione dell’articolo 102 del TFUE, nei confronti delle società Ferrovie dello Stato S.p.A. e Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., con riferimento ad una strategia volta ad ostacolare se non escludere, con pregiudizio del consumatore finale, l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale e conseguentemente l’ingresso nel mercato italiano del trasporto passeggeri, da parte del nuovo entrante Arenaways, favorendo così la controllata di FS, Trenitalia; strategia costituita principalmente dall’adozione da parte di RFI di comportamenti ingiustificatamente dilatori; </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTI gli atti del procedimento; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">VISTI gli elementi acquisiti nel corso dell’istruttoria e, in particolare, quelli relativi agli accertamenti ispettivi effettuati, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, della legge n. 287/90, in data 21 dicembre 2010 presso le sedi delle società Ferrovie dello Stato S.p.A., Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e Trenitalia S.p.A.; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">CONSIDERATO che Trenitalia S.p.A. è l’operatore <i>incumbent </i>nella fornitura di servizi di trasporto ferroviario, incluso il mercato nazionale dei servizi di trasporto ferroviario passeggeri, nel quale Trenitalia S.p.A. detiene una posizione dominante; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">CONSIDERATO che <u>dalla suddetta documentazione risulta che Trenitalia S.p.A. sembra avere posto in essere una serie di comportamenti che appaiono finalizzati ad ostacolare se non impedire l’ingresso del nuovo operatore Arenaways S.p.A. nel mercato nazionale dei servizi di trasporto ferroviario passeggeri</u>; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">CONSIDERATO in particolare che <u>Trenitalia S.p.A. appare avere fornito all’URSF, nell’ambito del procedimento avviato ai sensi dell’art. 59 della legge n. 99/2009 e concluso in data 9 novembre 2010, una rappresentazione non corretta dell’impatto del prospettato ingresso di Arenaways sui contratti di servizio pubblico stipulati da Trenitalia stessa, volta ad enfatizzare il rischio che la presenza di Arenaways pregiudicasse l’equilibrio economico della gestione del servizio pubblico, compromettendone la sostenibilità</u>; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">CONSIDERATO inoltre che <u>Trenitalia S.p.A. sembra avere adottato un comportamento ostruzionistico nell’ambito del procedimento avviato dall’URSF di riesame della decisione del novembre 2010, comportamento consistente, tra l’altro, nel ritardare l’invio all’URSF delle informazioni richieste, necessarie a svolgere il procedimento di riesame, che avrebbe potuto consentire ad Arenaways di effettuare almeno alcune fermate intermedie lungo il percorso che nell’originaria richiesta collegava Milano a Torino</u>; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">CONSIDERATO poi che <u>la strategia di Trenitalia S.p.A., in base agli atti del fascicolo, appare avere comportato un utilizzo strumentale dei propri treni non sussidiati, in particolare aumentando l’offerta di corse sulle tratte interessate dalla richiesta di Arenaways, al fine di ostacolare l’ingresso del nuovo entrante</u>. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">RITENUTO, pertanto, necessario estendere soggettivamente l’istruttoria in corso anche nei confronti della società Trenitalia S.p.A.; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">RITENUTO altresì necessario, al fine di svolgere gli opportuni approfondimenti istruttori e di garantire i diritti di difesa della società Trenitalia S.p.A., prorogare il termine di conclusione del procedimento; </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">DELIBERA </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">a) di estendere il procedimento avviato in data 15 dicembre 2010 nei confronti della società Trenitalia S.p.A.; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">b) la fissazione del termine di giorni trenta, decorrente dalla data di notificazione del presente provvedimento, per l’esercizio, da parte dei rappresentanti legali dei predetti soggetti, ovvero di persone da essi delegate, del diritto di essere sentiti, precisando che la richiesta di audizione dovrà pervenire alla Direzione “Agroalimentare e Trasporti” della Direzione Generale per la Concorrenza di questa Autorità almeno sette giorni prima della scadenza del termine sopra indicato; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">c) di prorogare all’8 marzo 2012 il termine per la conclusione del procedimento; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">d) che il responsabile del procedimento è la dottoressa Stefania Di Girolamo; <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">e) che gli atti del procedimento possono essere presi in visione dalle società nei cui confronti si svolge l’istruttoria, ovvero da persone da esse delegate, presso la Direzione “Agroalimentare e Trasporti” della Direzione Generale per la Concorrenza di questa Autorità. <o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Il presente provvedimento verrà notificato ai soggetti interessati e pubblicato nel Bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. <i> </i> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><br />
</div><div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: right; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;">IL SEGRETARIO GENERALE <i>Luigi Fiorentino </i></span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-align: right; text-autospace: none;"><span style="color: black; font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 10pt;">IL PRESIDENTE <i>Antonio Catricalà </i></span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-69313438897893145912011-10-10T17:13:00.001+02:002011-10-17T12:13:59.459+02:00La poco conosciuta ma invero incredibile storia della natura giuridica della TARSU/TIA, e sue poco nobili conseguenze (sull’IVA)<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Pochi proverbi si adattano così bene al mondo giuridico, come quello per cui ‘il diavolo si nasconde nei dettagli’… .<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Chi studia e commenta il diritto, infatti, sa bene che il significato ed il senso di qualsiasi testo giuridico (sia esso di natura legislativa, giurisprudenziale o privatistica-contrattuale), può essere determinato da uno o più ‘dettagli’ del testo, come possono esserlo commi e sottocommi, brevi incisi, sin anche singoli aggettivi…<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La storia della natura giuridica della ‘<i>Tariffa</i>’ per i rifiuti solidi urbani (TARSU/TIA) è, da questo punto di vista, esemplare, anche per il modo in cui evidenzia quanto lo strumento legislativo possa essere (ab)usato per forzare in maniera plateale l’interpretazione del già chiaro dato normativo.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma andiamo con ordine ricordando i punti essenziali della questione, in ciò ricalcando quanto evidenziato dalla sentenza della <b><u>Corte Costituzionale n. 238 del 24 luglio 2009</u></b> che, come vedremo, sarà un nostro continuo e fondamentale elemento di riferimento.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Con il <b><u>R.D. n. 1175 del 14 settembre 1931</u></b> (‘<b><i><u>Testo unico per la finanza locale</u></i></b>’), veniva previsto in favore del Comune un <span style="color: black;">«<i>corrispettivo per il servizio di ritiro e trasporto delle immondizie domestiche</i>»</span> la cui evidente dizione ‘sinallagmatica’ (di ‘<i>servizio</i>’, appunto) veniva già “<i><u>radicalmente mutata</u></i>”, come si esprime la Corte, “<i><span style="color: black;">dall'<b><u>art. 10 della legge 20 marzo 1941, n. 366 </u></b>(Raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani), il quale ha attribuito ai Comuni la facoltà di istituire <b><u>una «tassa» per la raccolta ed il trasporto delle immondizie e dei rifiuti ordinari</u></b> (interni ed esterni), ponendo tale prelievo a carico dei soggetti occupanti i fabbricati posti nelle zone in cui si svolge (in regime di privativa comunale) il servizio di raccolta</span></i><span style="color: black;">”.<o:p></o:p></span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Dopo circa cinquant’anni, l' <b><u>art. 21 del D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915</u></b> sostituiva quindi l'intera sezione II (artt. da 268 a 278) del capo XVIII (Proventi di servizi municipalizzati) del titolo III (Entrate comunali e provinciali) del suddetto R.D. n. 1175 del 1931. In particolare, specifica sempre la Suprema Corte, “<i>con la nuova formulazione dell' art. 268 del testo unico, <b><u>il legislatore ha esteso e reso obbligatorie sia l'effettuazione dei vari servizi relativi allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani «interni», sia l'applicazione della «tassa» </u></b></i><b><u>[…] <i>a carico di chiunque occupi o conduca locali, a qualunque uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale.</i></u></b><i> </i>[…] <i>In particolare, il legislatore, nel ridisciplinare il suddetto prelievo comunale, ha individuato nel «costo di erogazione del servizio» il limite massimo di gettito, «al netto delle entrate derivanti dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti sotto forma di materiali o energia»; e <b><u>ciò in coerenza con la denominazione di «tassa» (art. 268, citato)</u></b></i>. <b><i><u>Nella medesima prospettiva della natura pubblicistica del prelievo, l'art. 9 del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 66,</u></i><u> […] <i>ha previsto</i></u></b><i>, con effetto dal 1° gennaio 1989, <b><u>che mediante la «tassa» venissero coperti (in tutto o in parte) anche i costi dei servizi di smaltimento</u></b> </i>[…] <i>non solo dei rifiuti «interni», ma anche di quelli «di qualunque natura e provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche o soggette ad uso pubblico». </i>[…]. <i> <b><u>L'art. 8 dello stesso decreto-legge ha ribadito la qualificazione di «tassa» del prelievo, inserendo tale denominazione anche nella rubrica della citata sezione II del regio decreto</u></b></i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Sino ai primi anni novanta, pertanto, la natura pubblicistica della ‘Tassa’ per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è fuori discussione.</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Un ulteriore intervento sulla disciplina è però costituito dal <b><u>decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507</u></b> il quale “<i>ha stabilito, all'art. 58, che, in relazione all'istituzione ed all'attivazione del servizio relativo allo «smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni, svolto in regime di privativa» nelle zone del territorio comunale<b>,<u> i Comuni «debbono istituire una tassa annuale» (usualmente denominata "TARSU"), da applicarsi «in base a tariffa»,</u></b> secondo appositi regolamenti comunali, a copertura (dal cinquanta al cento per cento ovvero, per gli enti locali per i quali sussistono i presupposti dello stato di dissesto, dal settanta al cento per cento) del costo del servizio stesso.</i> […] <i>Quanto ai soggetti passivi, <b><u>la tassa è dovuta (in solido tra i componenti del nucleo familiare o tra gli utilizzatori in comune degli immobili) da coloro che occupano o detengono locali od aree scoperte a qualsiasi uso adibiti</u></b> - ad esclusione delle aree scoperte pertinenziali o accessorie di civili abitazioni diverse dalle aree a verde - <b><u>esistenti nelle zone del territorio comunale in cui il servizio è istituito ed attivato o comunque reso in maniera continuativa</u></b>.</i> […] <b><i><u>Il prelievo, dunque, è posto in relazione, da un lato, alla attitudine media ordinaria alla produzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti per unità di superficie e per tipo di uso degli immobili e, dall'altro, alla potenziale fruibilità del servizio di smaltimento dei rifiuti da parte dei soggetti passivi</u></i></b><i>.</i> […] <b><i><u>La natura pubblicistica e non privatistica del prelievo</u></i></b><i> è ulteriormente evidenziata sia dalla regola secondo cui «<b><u>L'interruzione temporanea del servizio di raccolta per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi non comporta esonero o riduzione del tributo</u></b>» (art. 59, comma 6, primo periodo); sia dal sopra citato comma 3-bis dell'art. 61 e successive modificazioni, che ha reso rilevante anche il costo dello spazzamento dei rifiuti esterni</i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Nonostante dunque il testo normativo inizi a presentare qualche ambiguità (‘<i>Tassa annuale</i>’ -TARSU- da applicarsi ‘<i>in base a tariffa</i>’…), le caratteristiche del prelievo lasciano, secondo l’autorevole lettura della Suprema Corte, ben pochi dubbi in ordine alla natura pubblicistica dello stesso.</span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Un terzo intervento legislativo si è poi realizzato con l'entrata in vigore dell'<b><u>art. 49</u></b> del cosiddetto "decreto Ronchi" (<b><u>D.Lgs. n. 22/1997</u>)</b>, il quale “<b><i><u>ha previsto l'istituzione, da parte dei Comuni medesimi, di una «tariffa» per la copertura integrale dei costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani</u></i></b><i> e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico, nelle zone del territorio comunale. Tale tariffa - <b><u>usualmente denominata tariffa di igiene ambientale (TIA)</u></b> - «è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito, e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio» (comma 4)</i>. […] <i>Il metodo normalizzato è stato approvato con il regolamento di cui al d.P.R. 27 aprile 1999, n. 158. <b><u>È tenuto al pagamento della tariffa «chiunque occupi oppure conduca locali, o aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei medesimi, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale»</u></b> (comma 3)</i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Quarta ed ultima rilevante modifica legislativa del prelievo di natura tributaria è infine costituita dall'<b><u>art. 238 del D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006</u></b>, il quale “<i>ha soppresso la tariffa di cui all'art. 49 del d.lgs. n. 22 del 1997, sostituendola con la <b><u>diversa «tariffa per la gestione dei rifiuti urbani»</u></b> (come testualmente indicato nella rubrica dell'articolo), che una disposizione successiva (l'<b><u>art. 5, comma 2-quater, del citato decreto-legge n. 208 del 2008</u></b>) denomina <b><u>«tariffa integrata ambientale (TIA)»</u></b>.</i> […] <b><i><u>La tariffa integrata è dovuta da chiunque possegga o detenga a qualsiasi titolo locali, o aree scoperte ad uso privato o pubblico non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale, che producano rifiuti urbani</u></i></b><i> (comma 1, primo periodo). Detta tariffa, in particolare, è <b><u>«commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base di parametri </u></b></i><b><u>[...] <i>che tengano anche conto di indici reddituali articolati per fasce di utenza e territoriali»</i></u></b><i> (comma 2).</i> […] <b><i><u>La medesima tariffa «è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, nonché da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio»</u></i></b><i> (comma 4). È espressamente previsto che la tariffa «è applicata e riscossa dai soggetti affidatari del servizio di gestione integrata» (comma 3) e che la sua riscossione, volontaria o coattiva, «può» essere effettuata secondo le disposizioni del d.P.R. n. 602 del 1973, «mediante convenzione con l'Agenzia delle entrate» (comma 12)</i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">A consuntivo del suo <i>excursus</i> normativo, </span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">la Suprema Corte affronta quindi la problematica centrale della valutazione della <b><u>natura, tributaria o meno, delle varie ‘tariffe’</u> </b>sui rifiuti solidi urbani, per come succedutesi nel tempo, intendendo precisare sul punto come “<i><span style="color: black;">mediante numerose pronunce, </span></i><span style="color: black;">[essa Corte abbia]<i> <b><u>indicato i criteri cui far riferimento per qualificare come tributari alcuni prelievi</u></b>. Tali criteri, <b><u>indipendentemente dal </u></b></i><b><u>nomen iuris<i> utilizzato</i></u></b><i> dalla normativa che disciplina i prelievi stessi, <b><u>consistono nella doverosità della prestazione, nella mancanza di un rapporto sinallagmatico tra parti e nel collegamento di detta prestazione alla pubblica spesa in relazione ad un presupposto economicamente rilevante</u></b> (ex plurimis: <b><u>sentenze n. 141 del 2009</u></b>; <b><u>n. 335 e n. 64 del 2008</u></b>; n<b><u>. 334 del 2006</u></b> e <b><u>n. 73 del 2005</u></b>).</i> […] <i>Quanto all'irrilevanza della denominazione, <b><u>lo stesso art. 2 del d.lgs. n. 546 del 1992 stabilisce espressamente che i tributi vanno individuati indipendentemente dal nomen iuris («comunque denominati»)</u></b>. Inoltre, <b><u>il termine «tariffa» - nella tradizione propria della legislazione tributaria - ha un valore semantico neutro</u></b>, nel senso che non si contrappone necessariamente a termini quali «tassa» e «tributo», tanto che anche l'art. 58 del d.lgs. n. 507 del 1993 testualmente prevede che la TARSU (cioè una «tassa» e, quindi, un «tributo») si applica «in base a tariffa».</i> […] <b><i><u>Dalla comparazione tra la TARSU e la TIA emergono le forti analogie dei due prelievi. Entrambi mostrano un'identica impronta autoritativa e somiglianze di contenuto con riguardo alla determinazione normativa, e non contrattuale, della fonte del prelievo</u></i></b><i>.</i> […] [Sia per la TARSU che per la T.IA.] </span></span><b><i><u><span style="color: black; font-family: Garamond, serif;">i</span></u></i></b><b><i><u><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">l fatto generatore dell'obbligo di pagamento è legato non all'effettiva produzione di rifiuti</span></u></i></b><i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"> da parte del soggetto obbligato e alla effettiva fruizione del servizio di smaltimento, <b><u>ma esclusivamente all'utilizzazione di superfici potenzialmente idonee a produrre rifiuti </u></b><u>ed alla potenziale fruibilità del servizio di smaltimento</u>. In secondo luogo, in relazione ad entrambi i pagamenti, sussiste una medesima struttura autoritativa e non sinallagmatica, che emerge sotto svariati e concorrenti profili. In particolare, con riguardo ai due suddetti prelievi: a) i servizi concernenti lo smaltimento dei rifiuti devono essere obbligatoriamente istituiti dai Comuni, che li gestiscono, in regime, appunto, di privativa, sulla base di una disciplina regolamentare da essi stessi unilateralmente fissata; b) <b><u>i soggetti tenuti al pagamento dei relativi prelievi</u></b> (salve tassative ipotesi di esclusione o di agevolazione) <b><u>non possono sottrarsi a tale obbligo adducendo di non volersi avvalere dei suddetti servizi</u></b>; c) la legge non dà alcun sostanziale rilievo, genetico o funzionale, alla volontà delle parti nel rapporto tra gestore ed utente del servizio.</span></i><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"> […] [L]<i>a TIA - analogamente alla TARSU nella disciplina risultante dal disposto del comma 3-bis dell'art. 61 del d.lgs. n. 507 del 1993 (riportato al punto 6.1.2.) e dell'art. 31, comma 23, della legge 23 dicembre 1998, n. 448 –</i> […] [h]<i>a la funzione, cioè, di coprire anche le pubbliche spese afferenti a un servizio indivisibile, reso a favore della collettività e, quindi, non riconducibili a un rapporto sinallagmatico con il singolo utente. L'unica sostanziale differenza sul punto tra i due prelievi si riduce al fatto che, mentre per la TARSU il gettito deve corrispondere ad un ammontare compreso tra l'intero costo del servizio ed un minimo costituito da una percentuale di tale costo determinata in funzione della situazione finanziaria del Comune (art. 61, comma 1, del d.lgs. n. 507 del 1993); per la TIA il gettito deve, invece, assicurare sempre l'integrale copertura del costo dei servizi (art. 49 del d.lgs. n. 22 del 1997). Tuttavia, tale differenza non è sufficiente a caratterizzare in senso privatistico la TIA, perché nulla esclude che una pubblica spesa (come il costo di un servizio utile alla collettività) possa essere integralmente finanziata da un tributo</i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Interessata della questione per motivi legati all’individuazione della giurisdizione competente (ordinaria o tributaria), la Suprema Corte si esprime tuttavia anche in ordine alla collegata tematica dell’imposizione ad IVA delle tariffe/tributi così individuati, oggetto di nostro più diretto interesse ai fini del presente scritto.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="color: black; font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Per quanto anticipato, pertanto, la Corte, nel 2009, concludeva che “<b><i><u>ambedue i prelievi sono estranei all'àmbito di applicazione dell'IVA</u></i></b><i>. Infatti, la rilevata inesistenza di un nesso diretto tra il servizio e l'entità del prelievo - quest'ultima commisurata, come si è visto, a mere presunzioni forfetarie di producibilità dei rifiuti interni e al costo complessivo dello smaltimento anche dei rifiuti esterni - porta ad <b><u>escludere la sussistenza del rapporto sinallagmatico posto alla base dell'assoggettamento ad IVA ai sensi degli artt. 3 e 4 del d.P.R. n. 633 del 1972</u></b> e caratterizzato dal pagamento di un «corrispettivo» per la prestazione di servizi. </i>[…]<i> Se, poi, si considerano gli elementi autoritativi sopra evidenziati, propri sia della TARSU che della TIA, <b><u>entrambe le entrate debbono essere ricondotte nel novero di quei «diritti, canoni, contributi» che la normativa comunitaria (da ultimo, art. 13, paragrafo 1, primo periodo, della Direttiva n. 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006; come ribadito dalla sentenza della Corte di giustizia CE del 16 settembre 2008, in causa C-288/07) esclude in via generale dall'assoggettamento ad IVA, perché percepiti da enti pubblici «per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità»</u> </b>(come si desume a contrario dalla sentenza della Corte costituzionale n. 335 del 2008), sempre che il mancato assoggettamento all'imposta non comporti una distorsione della concorrenza (distorsione, nella specie, non sussistente, in quanto il servizio di smaltimento dei rifiuti è svolto dal Comune in regime di privativa)</i>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Questa, dunque, è la non semplice ricostruzione della questione relativa alla natura della Tariffa sui rifiuti solidi urbani sino al 2009, anno in cui la Suprema Corte ne ha autorevolmente e definitivamente definito la natura pubblicistica di ‘tassa’.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Tale conclusione, tuttavia, ha sollevato un delicato aspetto nei confronti degli Enti (pubblici) che gestiscono il servizio di smaltimento rifiuti, atteso che, sino ad oggi, tutti questi Enti continuano ad addebitare, oltre alla tassa, anche l’ammontare dell’IVA sulla stessa; addebito che si appalesa apertamente illegittimo per le motivazioni appena sopra descritte dalla Corte Costituzionale.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ma se questo ‘indebito arricchimento’ da parte dello Stato e/o degli Enti gestori del Servizio avrebbe comportato, in qualsiasi paese liberale, un diritto da parte del consumatore/utente a vedersi rimborsare le somme indebitamente riconosciute ai soggetti di cui sopra, nel nostro Paese ciò non è così facile, atteso che, nel frattempo, è intervenuto, appunto, il ‘diavolo’ in uno dei suoi scivolosi, nascosti ed infidi ‘dettagli’…<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Nel nostro caso, più precisamente, il ‘diavoletto’ ha le forme di un nascosto <b><u>comma (n.33</u></b>, l’ultimo) di un articolo <b><u>(n.14) del D.L. n. 78 del 31 maggio 2010</u></b> (‘<i>misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica</i>’), convertito con L. n.122 del 30 luglio 2010, che, intitolato agli enti locali, ha previsto che “<b><i><u>le disposizioni di cui all’art.238 del D. Lgs. n.152 del 2006 si interpretano nel senso che la natura della tariffa ivi prevista non è tributaria. Le controversie relative alla predetta tariffa, sorte successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, rientrano nella giurisdizione dell’autorità giudiziaria ordinaria</u></i></b>”.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">A ciò, si aggiunga che il <b><u>Ministero dell’Economia e delle Finanze</u></b>, con propria <b><u>Circolare n. 3 dell’11 novembre 2010</u></b>, ritiene che la disposizione precedente, applicabile alla ‘tariffa’ di cui all’art.268 del D. Lgs. n.152/2006 (c.d. ‘TIA2’), si debba applicare <b><u>anche nei confronti della c.d. ‘TIA1’, ovvero a quella ‘<i>tariffa di igiene ambientale</i>’ prevista dall’art.49 del D. Lgs. n.22/1997</u></b>.<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Il tutto, ovviamente, con la conseguenza di annullare il buon diritto, da parte dei contribuenti, a non vedersi aggiungere l’IVA sui ‘tributi’ e rendere quantomeno <i>complicato</i> il recupero delle somme indebitamente percepite dallo Stato e dagli Enti locali gestori del servizio di smaltimento rifiuti…<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">A ben vedere, tuttavia, la norma lascia aperte le seguenti problematiche:<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 90.25pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">a)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Può una norma di (sedicente) ‘interpretazione autentica’ essere manifestamente contraria all’intrinseca natura giuridica di un tributo che si è obbligati a pagare per Legge?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 90.25pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">b)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Può comunque, una norma emanata a metà 2010, applicarsi in via retroattiva per il periodo pregresso, ed annullare il buon diritto degli utenti a vedersi rimborsare l’IVA indebitamente pagata?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 90.25pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">c)<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman';"> </span></span><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Può il Ministero delle Finanze, in virtù di una sua ulteriore, ed ancora più estensiva ‘interpretazione’, applicare quanto detto per il Decreto del 2006, anche a quello del 1997?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Come è evidente, in questo caso davvero, ad una pentola del tutto ‘scoperchiata’ dalla Corte Costituzionale nel 2009 in favore di un indebito pagamento (da decenni!) dell’IVA sulla Tassa sui rifiuti solidi urbani, il Parlamento ha elaborato un diabolico ‘coperchio’ per tacitare ogni possibile azione risarcitoria, ma sarà davvero così?<o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Forse, a questo punto, solo le Corti, di Merito e di Legittimità, potranno fornire una definitiva risposta per il ripristino di una sentita esigenza di legalità.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">(<i>continua: vedi post del 17.10</i>)</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 35.4pt; margin-right: 65.2pt; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Avv. Antonio M. Polito</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-40118083660875682902011-10-03T12:54:00.002+02:002011-10-03T12:56:48.882+02:00U.S.A. c/ Reebok Intl.<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;">L'agenzia americana statale posta a tutela dei consumatori (Federal Trade Commission), qualche giorno fa ha raggiunto un accordo con la casa inglese Reebok International, che si è impegnata a pagare 25 milioni di dollari per pubblicità ingannevole. Nel pubblicizzare, infatti, </span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;">le scarpe da corsa Run Tone e le scarpe da passeggio Easy Tone</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;">, la Reebok assicurava glutei più sodi del 28% e polpacci più forti dell'11% a chi ne avesse fatto uso. La Federal Trade Commission ha aperto, sul proprio sito, questa <a href="http://www.ftc.gov/bcp/cases/reebok/index.shtm">pagina</a> per raccogliere le richieste di rimborso degli acquirenti di tali prodotti.</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;">Quando il nostro Garante del Mercato avrà gli strumenti e la forza di imporre accordi di simil specie?</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; line-height: 16px;">Si potrebbe studiare anche da noi qualche strumento di tutela privatistico, iniziando a mandare un'esplicita richiesta </span></span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 16px;">di rimborso </span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 16px;">a Reebok ...</span>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-29115711113521447562011-09-30T16:15:00.001+02:002011-09-30T16:16:29.281+02:00"Luce e gas, boom di contratti falsi"<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Riprendiamo dal Sole 24 Ore di un paio di giorni fa.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Un 'caso' è capitato anche tra i consumatori rivoltisi alla nostra Associazione, per il quale è in corso un giudizio innanzi al Giudice di Pace di Torino e la società convenuta, 'guarda caso', non ha neanche prodotto il contratto...</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Comunicheremo gli aggiornamenti.</span><br />
<br />
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white;">"</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 22px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Come accadeva appena aperta la liberalizzazione dei telefoni. Ora succede nell'elettricità e nel gas: i contratti non richiesti. Lo sportello per la tutela dei consumatori energetici organizzato dall'autorità dell'Energia, dato in gestione all'Acquirente unico (la Spa pubblica che rifornisce indirettamente di energia i consumatori domestici), ha censito in un anno, fino al 30 giugno, 3.500 casi di clienti energetici ai quali era stato cambiato a loro insaputa il contratto di luce e gas. Un fenomeno in crescita del 68 per cento.</span></span><br />
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">In realtà, i casi sono molti di più di quelli censiti, ma sono risolti dalle aziende elettriche prima che il consumatore si rivolga all'Acquirente unico.</span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Campania, Lazio, Puglia e Toscana le regioni più tartassate dai manipolatori del contratto. Ma anche Lombardia oppure – Regione che emerge in questi mesi – Marche. Accade a Brescia, per esempio, oppure a Benevento, dove la procura sta indagando per falso in scrittura privata.</span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Commenta Paolo Vigevano, amministratore delegato dell'Acquirente unico: «Sono le fisiologie perverse dei processi di liberalizzazione. Per fortuna, dopo l'esperienza dei telefoni, l'energia è il settore che ha più strumenti per la tutela del consumatore».<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">L'Autorità dell'energia sta conducendo audizioni tra le aziende elettriche e del gas per decidere nuove misure in difesa dei cittadini beffati. Per il presidente dell'Authority, Guido Bortoni, sono fatti odiosi che vanno repressi: la tolleranza «non può che minare la reputazione dell'operatore e danneggiarlo nel punto in cui vi è più valore per il medesimo: la fiducia del cliente».<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Per esempio un consumatore scopre di essere passato dal mercato tutelato al mercato libero. Oppure, sulla bolletta cambia il nome della società fornitrice. In qualche caso il contratto riporta una firma falsa. Ed è successo che la firma fosse di una persona che alla data contrattuale era morta schiattata. Il cliente, imbufalito, rivuole il suo contratto precedente, com'è suo diritto; i consumatori possono passare in tutta libertà dal segmento del mercato libero al settore tutelato.<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ma giungono segnalazioni che alcune aziende di luce e gas inventino scuse per non tornare indietro: non è possibile, ormai ha firmato, non c'è niente da fare. Accade che il consumatore esasperato riesca a compilare le pratiche per tornare al contratto precedente, e qui l'azienda energetica può diventare cavillosa tanto quanto prima, quando si trattava di accettare clienti, era superficiale: manca una virgola, il documento è incompleto, non è stata mandata la certificazione.<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Nell'84% dei casi il fenomeno riguarda le famiglie. E gli autori dei misfatti sono alcuni agenti commerciali. Le aziende energetiche non gestiscono in proprio la rete di vendita e i centralini di procacciatori e si affidano su appalto a rappresentanti e società di rivenditori.<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Nella maggior parte dei casi sono venditori bravissimi e onestissimi. Nella maggior parte dei casi. Ma a volte – come accadeva con i contratti telefonici, e spesso si tratta degli stessi rappresentanti di allora – ci sono agenti di vendita che compilano i contratti leggendo sui nomi del campanello di casa. Due casi su tre riguardano la corrente elettrica, poiché il mercato del metano è meno vivace. Gran parte dei contratti farlocchi è all'interno dello stesso gruppo energetico: da una società all'altra, cioè passando dalle tariffe e dalle garanzie fissate dall'Autorità dell'energia ai prezzi e ai contratti del mercato libero.<o:p></o:p></span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Il fenomeno riguarda tutte le società energetiche. Molte corrono ai ripari. L'Enel – vittima del fenomeno quanto i suoi clienti – per esempio ha dovuto istituire la telefonata di controllo: prima di avviare il contratto si accerta, con una chiamata a casa del cliente, se il contratto è reale. Poi ha distribuito tra i rivenditori un'uniforme. A volte l'Enel è dovuta intervenire con severità. A Brescia ha sospeso «le attività delle due agenzie», riferisce il Giornale di Brescia".</span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">di Jacopo Giliberto</span></span></div><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-color: initial; border-style: initial; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; color: #222222;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">(c) Sole 24 Ore</span></span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-23075986477048314272011-09-26T18:22:00.001+02:002011-09-26T18:23:48.742+02:00La Corte d'Appello di Torino ritiene ammissibile Class Action di Altroconsumo contro Intesa San Paolo<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"></span><br />
<div id="content_title" style="font-size: 14px; margin-bottom: 10px;"><i>Riprendiamo dal sito di Altroconsumo e, volentieri, pubblicizziamo...</i></div><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: bold;">Class action Intesa San Paolo: via libera dal giudice</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"></span><br />
<div class="article_date" style="color: #666666; font-size: 10px;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">26-09-2011</span></div><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">La Corte d'appello di Torino ha dichiarato ammissibile l'azione collettiva risarcitoria presentata da Altroconsumo contro Intesa Sanpaolo s.p.a. per le commissioni di scoperto di conto applicate ai correntisti in rosso dopo il 15 agosto 2009 (una class action è possibile in Italia solo per eventi successivi a questa data). Spese che Altroconsumo ritiene illegittime e quindi da restituire.<br />
<strong>Spese non dovute</strong><br />
Quello che chiediamo è il risarcimento dei costi illeciti fatti pagare ai correntisti di Intesa Sanpaolo: si tratta di spese, come la "Commissione per scoperto di conto (Csc)", fatte pagare dalla banca sui conti non affidati, vale a dire i conti ai quali, al momento dell'apertura, non è concesso un fido. Spese che sono state introdotta dalla banca in sostituzione delle commissioni di massimo scoperto abolite per legge nel 2009.<br />
La Corte d’appello di Torino ha ritenuto che Altroconsumo rappresenti adeguatamente gli interessi dei correntisti e che la class action non possa essere bloccata sul nascere, come richiesto da Intesa Sanpaolo.<br />
"E' un risultato senza precedenti per i correntisti bancari coinvolti e per i consumatori più in generale, in un momento di grave sofferenza finanziaria del Paese e dell'intera area euro, e di discussione sulla credibilità del settore bancario", ha dicharato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. "La trasparenza e il rispetto delle regole sono criteri da applicare irrinunciabilmente alla priopria clientela e utenza. In mancanza, i diritti dei correntisti devono poter essere tutelati attraverso il nuovo strumento della class action, che per la prima volta in Italia viene ammesso nei confronti di un importante istituto bancario, per una vicenda che coinvolge migliaia di consumatori” - ha concluso Martinello.<br />
<strong>Continuano le adesioni</strong><br />
Ora la palla torna al tribunale di Torino che dovrà decidere tempi e modalità di pubblicità dell’azione e di raccolta delle adesioni.<br />
Nel frattempo, tutti i consumatori interessati, ovvero i correntisti di Intesa Sanpaolo che pur non avendo un fido sono andati in rosso e hanno subìto dopo il 15 agosto 2009 l'applicazione di voci di spesa come la "Commissione per scoperto di conto (CSC)", possono compilare il form di <a href="http://www.altroconsumo.it/asp/smartinquiry/smartinquiry.aspx?src=294703" style="color: #3b3b3b; text-decoration: underline;">pre-adesione</a> alla class action.<br />
<strong>Le altre class action</strong><br />
Otteniamo così il via libera alla prima delle tre class action in corso per ristabilire i diritti negati ai consumatori. Si attende ancora l'esito per le altre due richieste d'azione collettiva: quella sull'ipotesi di cartello nelle tariffe dei <a href="http://www.altroconsumo.it/traghetti/aumenti-traghetti-aderisci-alla-class-action-per-ottenere-il-rimborso-s310063.htm" style="color: #3b3b3b; text-decoration: underline;">traghetti</a> in viaggio per la Sardegna e quella sull'interruzione di servizio pubblico da parte della <a href="http://www.altroconsumo.it/radio-tv/class-action-contro-la-rai-violazione-del-contratto-di-servizio-pubblico-s305273.htm" style="color: #3b3b3b; text-decoration: underline;">Rai</a> nei confronti dei telespettatori paganti il canone di abbonamento.<br />
<div><br />
</div></span>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-47525170302112268052011-09-13T17:53:00.005+02:002011-09-13T17:57:17.073+02:00Antitrust contro Apple sulla garanzia di un anno<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 20px;"></span><br />
<div class="body-text" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><h1 style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; line-height: 30px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 2px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small; font-weight: normal;"><i>Da 'Repubblica' di ieri, una notizia che è scomparsa troppo velocemente dalle prime pagine dei siti di informazione...</i></span></h1><h1 style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-style: inherit; font-weight: bold; line-height: 30px; margin-bottom: 4px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 2px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">Apple: "Garanzia 1 anno" - consumatori all'attacco</span></h1><h3 style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-style: inherit; line-height: 17px; margin-bottom: 5px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;">Per legge devono essere due. Indaga l'Antitrust. Prima denuncia in Trentino. L'azienda: dopo 12 mesi la responsabilità è dei venditori</span><em class="author" style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; display: block; font-style: italic; margin-bottom: 5px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-transform: none; vertical-align: baseline;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">di JAIME D'ALESSANDRO</span></em></h3><div style="font-style: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong style="font-weight: bold;"><br />
</strong></span></div><div style="font-style: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong style="font-weight: bold;">ROMA</strong> - Il Trentino contro la Apple. Strano a dirsi, ma parte proprio dal nord Italia l'ultima sfida alla multinazionale fondata da Steve Jobs. Al centro della disputa, sulla quale sta indagando l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, meglio nota come Antitrust, la durata della garanzia su iPhone, iPad e gli altri dispositivi prodotti dalla mela. La vicenda è cominciata un anno fa circa, quando il Centro ricerca tutela consumatori utenti (Crtcu) di Trento, denunciò il colosso di Cupertino per prassi commerciale sleale.<br />
<br />
"Diverse persone continuano a segnalarci che i distributori di prodotti Apple non rispettano la legge europea e italiana sulle garanzie riconoscendo solo un anno di copertura", fanno sapere dal Crtcu di Trento. "Tutto ciò è in palese violazione degli articoli 132 e 133 del Codice del consumo che prevedono una durata legale di due anni". Di qui l'intervento dell'Antitrust, che in un comunicato stampa piuttosto sintetico afferma di aver avviato una procedura nei confronti dell'azienda americana e alla catena di negozi Comet.<br />
<br />
"La garanzia è di due anni e su questo non possono esserci incertezze", dichiara una fonte interna dell'Autorità. Peccato che i termini internazionali della garanzia stabiliti dalla Apple vadano in tutt'altra direzione. Si parla di un anno di copertura, punto e basta. Non solo: l'azienda, a sua discrezione, può riparare il prodotto, sostituirlo, rimborsarlo. Finiti i dodici mesi però il problema non è più suo. Che poi è la tesi dei rivenditori Trentini: "Apple non viola le norme. Queste, infatti, prevedono che nel primo anno dopo l'acquisto le riparazioni spettino al produttore, mentre dal secondo anno, per danni di conformità, al rivenditore". Solo che certi negozianti, rivenditori esclusivi Apple in primis, si rifiutano di sostituire smartphone o tablet che siano, se sono passati più di dodici mesi.<br />
Dall'Antitrust, in attesa del verdetto finale, sottolineano le direttive chiare della legge. "Non ha importanza se il rivenditore coincide con il produttore o meno (dunque se si è comprato l'iPhone in un Apple Store o da un distributore, ndr). Una volta che l'utente acquista il dispositivo in Italia, quel dispositivo deve essere garantito per due anni. Sarà poi un problema del rivenditore, se diverso dal produttore, stabilire un accordo con quest'ultimo. Ma non è certo una questione che può ricadere sulle spalle del consumatore".<br />
<br />
C'è chi ha sostenuto che in realtà la legge non è poi così chiara come sembra. Eppure, a leggerla bene, di ambiguità non sembrano essercene. Anzi, l'articolo 134 dichiara nulla ogni clausola contrattuale che, prevedendo norme di una legislazione di un Paese extracomunitario, abbia l'effetto di privare il consumatore della protezione assicurata. E questo significa in soldoni che Apple, o chi per lei, può imporre le norme che preferisce altrove, ma se vende in Italia o un altro Paese membro dell'Unione Europea deve rispettare l'estensione di due anni della garanzia.<br />
<br />
In attesa che l'indagine si concluda - l'Autorità garante della concorrenza parla di circa due mesi - e che si capisca se Cupertino e i distributori presi in esame dovranno pagare o meno la multa compresa fra i cinquemila e i cinquecentomila euro, la Apple Italia per ora non commenta. Probabile però che sarà costretta a farlo quando l'Antitrust renderà noto il suo parere e l'eventuale sanzione. Perché potrebbe esser costretta ad adottare una politica diversa in Europa da quella che ha deciso di seguire in tutto il resto del mondo.</span></div></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-10957053731729208472011-07-22T17:11:00.002+02:002011-07-22T17:13:07.587+02:00AGCOM: Al via nuova procedura semplificata per test velocità di connessione internet banda larga<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b></b></span></div><div style="text-align: -webkit-auto;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br />
</b></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">E’ disponibile sul sito </span><span style="color: blue;"><a href="http://www.misurainternet.it/">www.misurainternet.it</a></span><span style="color: black;"> la nuova versione del software Ne.Me.Sys. per la verifica della qualità dell’accesso ad internet a banda larga, realizzato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni e l’Istituto superiore delle comunicazioni e tecnologie dell’informazione, nell’ambito del progetto Misura Internet. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">Gli utenti interessati potranno scaricare direttamente dal sito la nuova versione 1.2 di Ne.Me.Sys, dotata di una nuova interfaccia grafica e più facile da utilizzare. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">Due le principali novità introdotte. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">·</span><span style="color: black;"> </span><span style="color: black;">Maggior velocità del test: ciascuna delle 24 misurazioni previste non durerà più di 15 minuti. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">·</span><span style="color: black;"> </span><span style="color: black;">Possibilità di certificazione parziale dei risultati del test: se il software accerta, prima della conclusione del test completo, la violazione di uno degli impegni contrattuali dell’operatore, sarà immediatamente reso disponibile il report pdf che certifica la qualità della linea rispetto alla misura testata; l’utente potrà, comunque, decidere di proseguire con le misurazioni per ottenere il certificato in versione completa per tutti gli indicatori. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">L’introduzione del nuovo software risponde alle esigenze manifestate dall’utenza </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">sin dalla erogazione dei primi certificati (novembre 2010) di un più agevole strumento di valutazione delle connessioni a banda larga. A fronte di oltre 39.000 iscritti al sito </span><span style="color: blue;"><a href="http://www.misurainternet.it/">www.misurainternet.it</a></span><span style="color: black;"> (dati al 1° giugno),</span><span style="color: black;"> </span><span style="color: black;">12.200 hanno effettuato almeno una misura e poco più di 3.000 hanno completato la procedura ottenendo il pdf che mette in condizione di onoltrare il reclamo agli operatori nel caso un velocità di connessione inferiore a quella minima garantita. </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;">Sul sito </span><span style="color: blue;">www.misurainternet.it</span><span style="color: black;"> al link </span><span style="color: blue;"><a href="https://www.misurainternet.it/stats.php">https://www.misurainternet.it/stats.php</a></span><span style="color: black;"> sono, inoltre, disponibili i dati relativi alle performance di qualità dei profili di accesso ad internet da postazione fissa dei diversi operatori. Le rilevazioni pubblicate si riferiscono alle offerte più vendute negli ultimi 12 mesi e riguardano il periodo luglio - dicembre 2010. Le regioni interessate dalle misurazioni sono 6: Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto. Alle rilevazioni regionali si affianca il dato nazionale di banda minima in download pubblicato per ciascun operatore all’indirizzo: </span><span style="color: blue;"><a href="https://www.misurainternet.it/stats_nazionali.php">https://www.misurainternet.it/stats_nazionali.php</a></span><span style="color: black;"> </span><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Al progetto Misura Internet è dedicato un ampio approfondimento nella Relazione annuale dell’Autorità presentata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati. </span></span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-layout-grid-align: none; text-autospace: none;"><i><span style="color: black; font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-81070187344046171642011-07-04T19:10:00.001+02:002011-07-04T19:13:36.141+02:00Compagnie aeree: l’Antitrust sanziona Ryanair per pratiche commerciali scorrette. Multa di oltre 500 mila euro.<div style="line-height: 16px; text-align: left;"><b><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Oltre 500 mila euro di sanzioni a Ryanair per pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori. Lo ha deciso l’Antitrust con un provvedimento che si aggiunge alla serie di istruttorie avviate nei confronti di grandi e piccole compagnie aeree europee e che ha condotto a multe complessive per quasi un milione di euro.</span></i></b></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Nel mirino dell’Autorità l’ingannevolezza, la scarsa trasparenza, l’inadeguatezza e, in alcuni casi, addirittura la carenza di informazioni relative ai prezzi dei biglietti, che vengono presentati al mercato senza indicare alcuni costi che vengono successivamente aggiunti al momento del pagamento con carta di credito pur essendo prevedibili ed inevitabili. Le istruttorie sono state avviate in seguito alle numerose segnalazioni ricevute da consumatori e associazioni anche attraverso il servizio di Contact Center dell’Autorità.</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Cinque, in particolare, le pratiche contestate a Ryanair:</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">1. Ingannevolezza dei messaggi pubblicitari diffusi a mezzo stampa o sul web che prospettano offerte risultate “introvabili” dagli utenti (sanzione di 110.000 euro);</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">2. Mancata indicazione nella tariffa offerta dei costi aggiuntivi, quali quello per il web check in, il supplemento carta di credito e l’IVA sui voli nazionali, che vengono automaticamente aggiunti nel corso del processo di prenotazione on line e fanno significativamente lievitare il prezzo del biglietto (sanzione di 220.000 euro);</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">3. Difficoltà o, addirittura impossibilità, da parte degli utenti di ottenere assistenza post-vendita per il rimborso dei biglietti (o di parte di essi) in caso di mancata fruizione del volo, sia per motivi imputabili alla compagnia che per scelta del passeggero: ciò in particolare, per la necessità di rivolgersi ad un numero a pagamento o per l’applicazione di una fee elevata (sanzione di 90.000 euro);</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">4. Pubblicazione delle condizioni generali di trasporto e delle informazioni rivolte ai consumatori italiani in lingua inglese (sanzione di 27.500 euro);</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">5. Ingiustificati esborsi aggiuntivi nel caso di richiesta di variazioni di date, orari, nome dei passeggeri e tratte di volo o di riemissione della carta di imbarco in aeroporto (sanzione di 55.000 euro).</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Nei mesi scorsi erano state sanzionate Alitalia (105.000 euro), Blu express (75.000 euro), Air Italy (55.000 euro), Germanwings (50.000 euro), Wizz Air (55.000 euro) e Easyjet (120.000 euro) per complessivi 962.050 euro.</span></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif;">Roma, 4 luglio 2011</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-85417967438057038272011-06-20T13:00:00.002+02:002011-06-20T13:07:00.443+02:00Spedizioni internazionali: Antitrust sanziona cartello tra imprese con multe per oltre 76 milioni di euro<div style="line-height: 16px; text-align: center;"><div style="text-align: center;"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Nell’arco di oltre cinque anni, grazie anche al ruolo attivo svolto dalla Federazione di categoria, ventidue aziende, tra cui alcune multinazionali, si sono incontrate per concordare gli aumenti dei prezzi da applicare alla clientela. Sanzioni differenziate a seconda del ruolo svolto e della durata della partecipazione all’intesa.</span></strong></div></div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><strong></strong></span></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Sanzioni per oltre 76 milioni di euro a diciannove imprese operanti nel settore delle spedizioni internazionali via terra per avere ristretto la concorrenza concordando gli aumenti dei prezzi da praticare alla clientela. La società Schenker, controllata da Deutsche Bahn AG, che ha presentato domanda di clemenza, contribuendo all’individuazione del cartello, ha invece beneficiato della non imposizione della sanzione. Lo ha deciso l’Antitrust al termine dell’istruttoria che ha permesso di ricostruire un’intesa sui prezzi durata oltre cinque anni, dal marzo del 2002 all’autunno del 2007. Al cartello, costituito tra le società Agility, Albini & Pitigliani, Alpi Padana, Brigl, Cargo Nord, Dhl Global Forwarding, Dhl Express, Francesco Parisi, Gefco, Geodis Wilson, I-Dika, Italmondo, Italsempione, Itk Zardini, ITX Cargo, Rhenus, Saima, Schenker, Sittam, Spedipra, Villanova e Armando Vidale, ha partecipato, con un attivo ruolo organizzativo, anche l’associazione di categoria Fedespedi. Nei confronti di Alpi Padana e Spedipra sono risultati prescritti i poteri sanzionatori dell’Autorità.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">L’istruttoria ha provato l’esistenza di un’intensa attività di concertazione: le imprese e l’associazione hanno concordato continui aumenti dei prezzi o di loro componenti attraverso almeno 20 riunioni, un ampio numero di contatti via <em>email</em> ed un’intensa attività di comunicazione alla categoria e all’esterno. Nel corso degli incontri venivano scambiate informazioni sui costi (in particolare, sui riflessi del prezzo del carburante e dei pedaggi autostradali esteri e sulla struttura dei costi dei partecipanti) e soprattutto si concordavano entità e modalità di incremento dei prezzi. Una volta adottate le decisioni, venivano inviate dalla Fedespedi circolari alle imprese ed alle associazioni aderenti e si effettuavano comunicati stampa per agevolare la richiesta di incremento dei prezzi alle controparti contrattuali. In questo modo anche le imprese che non partecipavano alle riunioni organizzate in ambito associativo, potevano continuare a comportarsi coerentemente con le modalità di azione concertate.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Secondo l’Autorità l’intesa ha completamente alterato la dinamica competitiva: le imprese, nel richiedere gli aumenti, partivano da una base di trattativa comune e potevano contare sulla ragionevole sicurezza che i concorrenti non avrebbero intrapreso una guerra di prezzo, ma, al contrario, avrebbero anch’essi adottato aumenti. Allo stesso modo, sapevano di confrontarsi con controparti che – avvertite degli aumenti in corso dai comunicati stampa – erano a conoscenza di una generale tendenza al rialzo dei prezzi e, pertanto, risultavano meno agguerrite nel rifiutare gli aumenti, essendo consapevoli che l’eventuale minaccia di rivolgersi ad un altro fornitore dei servizi di spedizioni internazionali, non sarebbe stata particolarmente efficace.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Dai documenti alla base dell’istruttoria emerge peraltro che le aziende puntavano ad aumenti dei prezzi molto elevati: solamente facendo riferimento ai dati resi pubblici, l’obiettivo era un incremento, fra il marzo 2002 ed il dicembre 2006, pari a quasi il 50%.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Nell’arco del periodo analizzato dall’istruttoria tutti i principali operatori del settore hanno preso parte con continuità alla concertazione, fin dal 2002. Alcune imprese, oltre ad aver partecipato all’intesa per un periodo più lungo delle altre, si sono rivelate particolarmente attive nel garantire la stabilità del cartello: si tratta di Agility, Albini, Brigl, Dhl, Italsempione, Saima, Schenker e Vidale che hanno costituito “il nocciolo duro” del cartello. Schenker prima, e Agility e Dhl poi, hanno tuttavia consentito, con le loro dichiarazioni, l’intervento dell’Autorità: in particolare, a Schenker che ha consentito la scoperta del cartello e di “mirare” gli accertamenti ispettivi è stata riconosciuta l’immunità. Ad Agility e Dhl, che hanno confermato e rafforzato il quadro probatorio fornito da Schenker, l’Autorità ha riconosciuto la riduzione della sanzione, nella misura rispettivamente del 50% e del 49%.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Per la collaborazione fornita, la riduzione della sanzione, nella misura del 10%, è stata decisa anche per la società Sittam.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Nella determinazione delle altre multe l’Autorità ha tenuto conto dell’andamento dei bilanci, del grado di partecipazione al cartello e della collaborazione tenuta nel corso dell’istruttoria. Nel caso di Fedespedi si è considerata l’aggravante della reiterazione dell’illecito. Condotte assimilabili a quelle contestate nell’istruttoria erano, infatti, già state oggetto di un procedimento conclusosi nel marzo del 1993.</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Di seguito la tabella con le singole sanzioni:</span></div></div><div style="line-height: 16px;"><br />
</div><table border="1" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; height: 296px; line-height: 16px; width: 300px;"><thead>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Parte</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="top"><div style="text-align: right;"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Sanzione (€)</span></strong></div></td></tr>
</thead><tbody>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Fedespedi</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">103.207<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Agility</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">139.790<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Albini & Pitigliani</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">8.477.792<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Brigl</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">942.900<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Cargo Nord</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">152.915<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Dhl Express</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">6.642.510<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Dhl Global Forwarding</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">198.701<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Francesco Parisi</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">24.955<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Gefco</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">3.159.440<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Geodis Wilson</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">12.087.364<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">I-Dika</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">239.470<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Italmondo</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">324.465<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Italsempione</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">12.480.000<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">ITK Zardini</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">793.840<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">ITX Cargo</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">127.260<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Rhenus</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">3.233.194<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Saima</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">23.632.950<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Sittam</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">3.215.742<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Vidale</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">347.200<strong></strong></span></div></td></tr>
<tr><td style="width: 150px;" valign="bottom"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Villanova</span></strong></td><td style="width: 147px;" valign="bottom"><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">159.973<strong></strong></span></div></td></tr>
</tbody></table><div style="line-height: 16px;"><strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Totale 76.483.668</span></strong></div><div style="line-height: 16px;"><br />
</div><div style="line-height: 16px;"><br />
</div><div style="line-height: 16px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Roma, 16 giugno 2011</span></div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4169373713274303207.post-46917748142701513422011-06-17T18:33:00.000+02:002011-06-17T18:33:45.514+02:00Poste Italiane: siglato l'accordo con associazioni dei consumatori per i rimborsi del recente black-out informatico<span class="Apple-style-span" style="color: #121212;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"></span></span></span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Blackout informatico Poste Italiane</span></b></div><div align="center" class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"> <span class="Apple-style-span" style="line-height: 23px;"><b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Al via le domande di conciliazione dal 1° luglio al 31 dicembre</b></span></span></div><div align="center" class="MsoNormal" style="color: #121212; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 28px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><br />
</span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Al via il Tavolo di Conciliazione. Nell’incontro odierno, Poste Italiane ha definito d’intesa con le Associazioni dei consumatori modalità e tempi per la presentazione delle domande di conciliazione per il rimborso a favore dei cittadini che hanno subito danni a causa dei problemi informatici avvenuti nei giorni scorsi negli uffici postali. La procedura di conciliazione sarà gratuita. L’azienda ha confermato ai rappresentanti dei consumatori la propria volontà di riconoscere un rimborso a tutti coloro che abbiano subito un danno documentabile tra il 1° e il 10 giugno.</span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Poste Italiane e le Associazioni hanno fissato i termini di presentazione delle domande di conciliazione: i cittadini potranno richiedere il rimborso a partire dal 1° luglio fino al 31 dicembre prossimi consegnando le domande direttamente negli uffici postali o presso le Associazioni dei consumatori. I moduli saranno a disposizione negli uffici postali, presso le sedi delle associazioni e potranno essere scaricati dal sito </span></span><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><a href="http://www.poste.it/" style="color: #00448f; cursor: pointer; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-decoration: none;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">www.poste.it</span></span></a></span><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">. e da quelli delle stesse associazioni. Le richieste saranno poi valutate caso per caso al tavolo di Conciliazione che sarà composto da un rappresentante dell’azienda e dal rappresentante dell’Associazioni scelta dal cliente.</span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Al termine del dibattito, Poste Italiane ha preso atto delle richieste presentate dalle Associazioni dei consumatori e si è offerta di formulare una serie di proposte da riservare ai pensionati come ulteriore gesto di attenzione dell’azienda verso questa fascia di clientela.</span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Le associazioni che hanno siglato l’accordo sono:</span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Arco, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori.</span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: #121212; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 1em; line-height: 1.8em; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;"><br />
</div>Associazione Cittadinoeutente.ithttp://www.blogger.com/profile/16085278957799350537noreply@blogger.com0